Chitra Banerjee Divakaruni – Vita
Quando si ha il cuore indurito dal proprio dolore, è facile restare indifferenti a quello altrui.
Quando si ha il cuore indurito dal proprio dolore, è facile restare indifferenti a quello altrui.
A volte mi opprime un gran peso, un lago di ghiaccio nero, quando penso che da un capo all’altro di questa terra neppure un’anima sa chi sono.
Trascorrevamo i giorni senza fretta, eppure ciascun momento si faceva urgente, petalo vorticoso trascinato verso il mare da un rapido fiume. Se non l’avessimo colto, se non avessimo imparato quanto poteva insegnarci, l’avremmo perduto per sempre.
E mi sono convinta che i vuoti spazi echeggianti del cuore siano parte integrante della condizione umana non meno del nostro desiderio di colmarli.
E mi rivolge un sorprendente mezzo sorriso guardandomi da sotto le sopracciglia, quasi vedesse davvero me, me al di là di questo corpo, e gli piacesse quello che vede. Ma non è possibile.
A volte mi chiedo se la realtà esiste davvero, se c’è veramente una natura delle cose, obiettiva e intatta. O se tutto ciò che ci accade è già modificato in anticipo dalla nostra immaginazione. Se sognando qualcosa gli diamo vita.
Ha un’aria comunissima, perchè tale è la natura della magia più profonda. La magia più profonda che si nasconde nel cuore della nostra vita di ogni giorno, un guizzo di fuoco, se solo avessimo occhi per vedere
Come posso spiegarvi che cosa provo, come posso spiegarlo a voi, cinte tanto spesso dalle braccia disinvolte di un numero di uomini così grande da non ricordarvi neppure quando tutto ciò sia cominciato.
È davvero possibile sapere cosa si desidera in realtà?
Ora ho imparato quanto profondamente la vanità affondi le sue radici nel cuore umano, la vanità, un’altra forma della paura di non essere amati.
Una frase difficile da pronunciare, “avevo torto”. Talora difficile quanto la parola amore.
Più tardi chiesi loro, più e più volte: “perché mi avete salvata, perché?”I serpenti non mi risposero mai.Che risposta può mai dare l’amore?
È strano pensare a quanti tipi d’amore possiamo provare. Strano il modo in cui nascono in noi senza ragione.
Sento le ossa liquefarsi nel desiderio di restare sempre così, io che non ho mai pensato di desiderare braccia d’uomo a proteggermi.
Con tanto amore, come respirerò?
Usa tutto. Bocca e mano, sì, unghie e denti, battiti di ciglia sulla pelle, sguardi seducenti. Dài e prendi, lusingando. Imita la grande cortigiana alla corte di Indra sovrano degli dèi.Fa di lui l’esploratore di quella terra vergine che è il tuo corpo, montagne laghi e città. Fagli inventare strade là dove prima non ne esistevano. Lascialo penetrare infine nel luogo ove sei più profonda e più ignota, intrico di viticci, urlo di giaguaro, profumo conturbante di rajanigandha, tuberosa selvatica, fiore notturno e nuziale. Perché l’amore non è forse l’illusione di aprirsi completamente l’uno all’altra, di abolire ogni intollerabile distanza?
Sento le ossa liquefarsi nel desiderio di restare sempre così, io che non ho mai…