Daniele De Patre – Vita
La strada giusta spesso è davanti a noi, invece, quasi sempre insistiamo nel percorrere quella sbagliata. Non attendiamo troppo, potremmo trovare un cartello con il divieto d’accesso.
La strada giusta spesso è davanti a noi, invece, quasi sempre insistiamo nel percorrere quella sbagliata. Non attendiamo troppo, potremmo trovare un cartello con il divieto d’accesso.
Un uomo cammina solo e non si volta: il suo obiettivo, ben chiaro nella mente e soprattutto ben impresso nel cuore. È davanti, probabilmente al di là di quella montagna. Ci sarà ancora da faticare.
Ci provo: quel poco che ho, quel poco che so, lo do agli altri. Mi è stato donato, cosa me ne faccio!?
Che ingenui: pensiamo di arrivare in cima ad una “montagna” quando non siamo capaci di salire un solo “gradino”. Allenamento!
Riflessione ad alta voce: forse ho bisogno d’aiuto, voglio o addirittura pretendo dall’altro un sostegno. Riflessione sottovoce: quando l’altro ha avuto bisogno, io c’ero? La risposta cerchiamola dentro di noi.
Il mare: possiamo immaginarlo, oppure possiamo osservarlo dalla riva, come pure, possiamo nuotarvi. Però, fin quando non andremo in “immersione”, non lo conosceremo pienamente. Così è la vita.
Se ho bisogno dell’altro? Certamente si, ma in maniera direttamente proporzionale a quanto l’altro ne ha di me.
Chiedere si può, pretendere a volte, dare si deve!
Correvo veloce, ho sentito delle voci, mi sono voltato, sono tornato indietro, ho teso la mano. Ora non posso più farlo, devo assolutamente andare avanti, però camminando. Semmai dovessi sentire il mio nome, rallenterò il passo, sempre pronto a tendere quella mano; ma al ritmo ormai stabilito.
A volte conviene isolarsi: meglio la solitudine, che soffrire stando con gli altri.
Ci preoccupiamo talmente tanto dei giudizi degli uomini, che stiamo dimenticando l’unico che conta: quello Divino!
Parlare di sensibilità’, quando si è pieni di ipocrisia: la vedo davvero dura.
Siamo talmente presi dal programmare il futuro, che non siamo in grado di vivere il presente.
Un giorno si incontrarono due conoscenti. Uno cominciò a fare all’altro un “sermone” sulla vita, sulla famiglia, sul bisogno di aiutare il prossimo. Quindi disse che aveva poco tempo poiché aveva alcuni impegni: la palestra, prenotare la vacanza, la cena con gli amici. L’altro ascoltò silenziosamente, quindi disse: “scusa anch’io avrei da fare; ci sono i miei cari che mi aspettano per andare prima in chiesa a pregare, e quindi per portare conforto ad un malato”. Morale: la lascio a te…
Non preoccuparti se non riesci a correre dietro al mondo, nessuno può. L’importante che tu incontri qualcuno con cui camminare assieme.
C’è chi dice che farà tante cose, c’è chi non dice ciò che ha fatto. I primi mi piacciono poco, i secondi molto di più; però, è difficile scoprirli. Buona caccia al “tesoro”.
Le persone speciali esistono. Sono come un tesoro, vanno solo cercate pazientemente.