Enzo Biagi – Vita
Ho sempre creduto che se c’è un posto al mondo dove non esistono le razze questo è proprio l’Italia: infatti le nostre antenate ebbero troppe occasioni di intrattenimento.
Ho sempre creduto che se c’è un posto al mondo dove non esistono le razze questo è proprio l’Italia: infatti le nostre antenate ebbero troppe occasioni di intrattenimento.
I giornali sarebbero ansiogeni? Ma la Bibbia non comincia forse con un delitto?
Molto costoso, ma anche le donne, le belle donne costano molto.
La mia generazione trovava eccitante leggere un’edizione della Divina Commedia con le illustrazioni del Doré. Adesso sui muri c’è scritto “culo basso bye bye”. Capisce che è un po’ diverso?
La società è permissiva nelle cose che non costano nulla.
Credo che la libertà sia uno dei beni che gli uomini dovrebbero apprezzare di più.
La televisione riempie molte solitudini.
L’Italia è un paese sazio, che non ha grandi spinte, né grandi speranze.
Sono un uomo con i limiti della mia generazione. Ma non ho mai detto quello che non volevo dire, anche se non ho detto sempre quello che volevo dire.
Siamo tutti fratelli, ma è difficile stabilire chi è Caino e chi Abele.
La libertà è come la poesia: non deve avere aggettivi, è libertà!
Le verità che contano, i grandi principi, alla fine, restano sempre due o tre. Sono quelli che ti ha insegnato tua madre da bambino.
La democrazia è fragile, e a piantarci sopra troppe bandiere si sgretola.
Si può essere a sinistra di tutto, ma non del buon senso.
Se Berlusconi avesse le tette farebbe anche l’annunciatrice.
Ci sono dei momenti in cui si ha il dovere di non piacere a tutti e noi non siamo piaciuti.
Nei cinque anni di governo del centrodestra, mai una volta Silvio Berlusconi si è fatto vedere in piazza il 25 aprile, mai una parola dedicata agli antifascisti, d’altra parte governare con gli eredi di Mussolini ha un prezzo che si deve pagare. Comunque, il Cavaliere, in piedi a Milano in piazza del Duomo, al fianco di partigiani come Ciampi, Boldrini e poi Tina Anselmi, Oscar Luigi Scalfaro, Massimo Rendina, Checco Berti Arnoaldi, Giovanni Pesce, Bruno Trentin, Giorgio Bocca, Pietro Ingrao, Rossana Rossanda, Giuliano Vassalli, e i compianti Luigi Pintor e Aldo Aniasi, sarebbe stato ridicolo nonostante il ruolo istituzionale.