Fabio Privitera – Filosofia
I colori non sono solo nei nostri occhi, ma nei pensieri che esprimono la gioia di vedere il mondo per quello che potrebbe essere, e trovare così lo sbocco per il suo divenire.
I colori non sono solo nei nostri occhi, ma nei pensieri che esprimono la gioia di vedere il mondo per quello che potrebbe essere, e trovare così lo sbocco per il suo divenire.
Non sono né tempo né luogo ad essere sbagliati, ma l’illusione che una determinata persona capiti nella nostra vita solo ed esclusivamente per restarci tutta la vita. È più una presunzione che un’illusione, a dire il vero, tuttavia col non ammettere d’aver ceduto a un’illusione si imputa la colpa al tempo e al luogo, ma di fatto non esistono né tempo, né luogo, né persone sbagliate, esistono occasioni e comunque nel momento in cui si incontrano le persone giuste, esse lo saranno sempre in ogni tempo e in ogni luogo perché solo per loro tempo e luogo esistono già al di là dell’esistenza.
La brevità è ciò che più riempie, troppe parole disperdono il pensiero.
Le cose semplici catturano i nostri sensi nella loro meraviglia, e sono fatti di cuore e d’anima per questo sfuggono alla mente. Le cose complicate invece sono frutto di un’estensione e come tale la ragione può smontarle e spiegarle, facendone perdere la poesia.
Siamo esseri mutevoli, in divenire. La coerenza è l’illusione di chi vuol costruire castelli di carta pensando di trovarsi all’interno di una campana dove è stato fatto il vuoto spinto, quando invece si dovrebbe piuttosto assimilare l’idea che nulla di ciò che era è, nulla di ciò che è sarà.
Lasciate che siano i vostri sensi a parlare e non le frasi rubate, o persino i vostri stessi pensieri. In ogni essere vi è una sfumatura e in ogni attimo in cui viviamo un accento diverso, sicché nulla è uguale per se stesso né per un altro.
Cosa cerchi? Più ingrandisci il dettaglio, più disperdi l’insieme sul bordo di questo. Per trovare non devi mettere insieme i dettagli, ma capirne il senso quando osservi il loro insieme, e lì ritrovi te stesso.
L’inverno ha lasciato questa stanza. Ora posso dirlo. Pioverà ancora fuori, ci saranno altri inverni, ma la mia è un’eterna primavera di pensieri che fioriscono e mi fanno apprezzare le gocce di pioggia sul viso come fossero caldi raggi di sole che mi baciano.
Occorrerebbe riuscire ad essere felici con ciò che si è, non più con ciò che si ha.
La felicità è una scelta, tra le più sofferte il più delle volte, ed è per questo che, quando si realizza, ci riempie pienamente. Ci pone di fronte a rinunce e azzardi del quale non sappiamo calcolarne l’esito. Tutto ciò che si può fare è non rinunciarvi anche se non dovesse compiersi.
Il caos lavora nascosto sotto la pelle della vita, fino a trovarne un nervo scoperto e lì scatenare tutta la carica accumulata durante la sua latenza. D’un tratto, senza preavviso. Ciò che c’era prima appare come un sogno, quel che verrà poi è la realtà d’un sogno mai immaginato prima.
Le scelte sono il propagarsi della vita dal passato al presente, le coincidenze l’esatto opposto. È il propagarsi della vita dal futuro al presente.
Durante i suoi anni non era riuscito a spiegarsi come, ma dal momento in cui aveva avuto per la prima volta coscienza da bambino, quell’età in cui le domande esplodono nella testa di ognuno, nel guardare la luna non aveva invece fatto alcuna domanda e non si era affatto stupito nell’apprendere che a tenerla sospesa non ci fosse nulla di visibile, ma qualcos’altro che i sensi umani non riuscivano a percepire e che pure la facevano muovere attorno alla terra, in una danza armonica che si ripeteva da milioni di anni. Come se sapesse già che ciò che non si può vedere non è detto che non esista. Ora cominciava a comprendere il perché di quella rivelazione.
A volte un incontro è l’atto di una cospirazione nel contempo divina e diabolica. Una cospirazione chiamata amore.
Si deve stare lontani dalla luce che desideriamo per fare chiarezza tra le ombre che nascondono il nostro vero destino.
Gli audaci non sono affatto aiutati dalla fortuna, anzi rischiano e spesso ci rimettono il collo. I pigri, invece, sono tali proprio perché la fortuna ha concesso tutto a loro.
Le cose sembrano così difficili, fin quando non si fa un primo passo. Come quando sposti un armadio: una volta che hai vinto l’attrito di inerzia, non serve più molta forza, si muove come se scivolasse sul ghiaccio.