Francesco Nitti – Religione
L’arroganza è stato l’unico peccato di Dio: pensava di poter creare un mondo decente in soli sei giorni. Si sbagliava.
L’arroganza è stato l’unico peccato di Dio: pensava di poter creare un mondo decente in soli sei giorni. Si sbagliava.
Scorgere il volto dei poeti e scoprire che la bellezza dei loro versi non è riflessa nei lineamenti del loro viso è per me una sofferenza troppo grande da sopportare, nonostante tale contrasto, riflesso del caos che domina la vita, sia incredibilmente affascinante.
Sempre più spesso sento sulle spalle il peso dei miei sbagli e del futuro che inesorabilmente si avvicina. Come uno spettro aleggia intorno a me, sempre in agguato nell’ombra. Lo temo.
La musica, per quanto possa essere importante per l’essere umano, non è che un palliativo. Curare con essa il mal di vivere è come curare una polmonite con l’aspirina.
Finché c’è vita non saremo mai liberi. Finché c’è vita saremo sempre vincolati a qualcosa che ci renderà schiavi.
Mi rattrista il fatto che gli omosessuali debbano urlare il proprio orgoglio di essere tali al mondo intero. Secoli di discriminazioni e soprusi hanno portato la società a pensare che gli omosessuali siano una categoria a parte, totalmente diversa dagli eterosessuali, quando in realtà non c’è che una minima differenza tra le due. Così come è minima la differenza tra chi preferisce le bionde e chi le more.
Trovare risposte nella filosofia è un po’ come trovare la carta igienica nei bagni delle scuole pubbliche: impossibile. Le domande, invece, sono onnipresenti, tipo le gomme da masticare spiaccicate sul marciapiede.
Ho guardato me stesso, ho guardato la mia vita e non ho visto alcunché. Non ho mai scelto il nichilismo. Il nichilismo ha scelto me.
Né dei né bestie. Solo uomini e donne che vogliono essere ciò che non sono e possedere ciò che non possiedono.
Desiderare le stelle, l’irraggiungibile. Se fossi immortale, passerei l’eternità a rimpiangere la morte.
Anche il più grande tra i misantropi, ogni tanto, un po’ per noia e un po’ per non si sa cosa, ricomincia a credere nelle persone. Poi però tutto finisce e l’odio ritorna. E il merito è tutto delle persone e del loro talento nell’esprimere tanto eloquentemente la loro infima natura.
Stiamo in silenzio perché nessuno è capace di ascoltare.
Il dio degli atei si chiama ateismo. Il dio dei cristiani si chiama Dio. Il dio degli scienziati si chiama scienza. Il dio dei poeti si chiama poesia. In qualunque modo la si veda, non esistono atei. In qualunque modo ci piaccia pensare, è innegabile che l’essere umano abbia bisogno di un dio al quale appoggiarsi. I migliori, però, sono gli egocentrici, per i quali esiste un unico e perfetto dio: loro stessi.
In pochi sanno che non c’è desiderio più grande, nel cuore di un ateo, dello scoprire che Dio esista; così come per il nichilista non c’è desiderio più grande dello scoprire che la vita abbia un significato. Purtroppo, sono entrambi destinati alla delusione.
La più grande opera di un artista è e sempre sarà una sola: la sua vita.
Un vero artista non coglierà mai un fiore per donarlo a qualcuno o per osservarlo egoisticamente nell’oscurità della propria dimora. Un vero artista è consapevole che non c’è reato peggiore del privare il mondo della bellezza di un solo ed unico fiore.
L’artista è il narcisista per eccellenza, colui che nello specchio cartaceo ammira il riflesso della propria anima.