Francesco Saudino – Vita
Purtroppo viviamo nella cultura del sospetto e dell’oscurantismo, la verità non è cio che è, ma ciò ve viene filtrato ed arriva alle orecchie. Una bugia architettata bene che va di bocca in bocca diviene verità per la massa.
Purtroppo viviamo nella cultura del sospetto e dell’oscurantismo, la verità non è cio che è, ma ciò ve viene filtrato ed arriva alle orecchie. Una bugia architettata bene che va di bocca in bocca diviene verità per la massa.
Non tutte le persone hanno ciò che meritano, ma quei pochi che ce l’hanno non lo meritano affatto.
Fa paura lasciar entrare qualcuno nella tua vita, dividere con questa persona le ansie, le paure, col rischio di avere una delusione quando si stanca di tutte esse. Fa più paura però affrontarle sempre da solo senza cercare qualcuno che possa alleviartele dividendone con te il peso.
C’è una sottile differenza tra “illuso” come aggettivo e “illuso” participio; probabilmente sono io ad essere sempre un povero illuso, ma è anche la vita che si beffa di me illudendomi di continuo.
Ah se potessi vivere di notte e dormire di giorno, le cose appaiono sempre assai più chiare quando il mondo dorme e tu ti confronti con le sue tante ombre.
Le scommesse si perdono, si sogni si infrangono, le persone deludono, il mondo, in breve, fa schifo. Ma se, nonostante tutto, ogni mattina ti alzi ancora con la forza e il coraggio di rimetterti in gioco, o sei un incurabile ottimista o un fottuto pazzo, e il confine tra le due cose è molto sottile.
E domani non accadrà nulla. Tranquilli, domani sarà solo un normale venerdì di dicembre, le persone si alzeranno, ognuno coi propri riti quotidiani, qualcuno preso dalle feste uscirà a comprare dei regali, in alcune parti del mondo si andrà al mare, in altre si andrà a sciare e si faranno pupazzi di neve; ci saranno persone che si reputano amici solo quando sono faccia a faccia, ci saranno innamorati persi fin quando non si presenta un occasione migliore, ci saranno politici disonesti e falsi predicatori, ci saranno i vigliacchi, ci saranno persone stupende e straordinarie che ancora non troveranno la forza di dire ciò che pensano, ciò che provano, ciò che sentono, restando ancora in disparte. Verrà l’alba del 22, alcuni superstiziosi ringrazieranno qualcuno o qualcosa che nulla è successo il giorno prima, che nulla ha turbato la loro straordinaria monotonia. Sabato saremo ancora qui, a sperare che prima o poi capiti qualcosa che sconvolga tanto le nostre coscienze da portarci finalmente ad essere onesti con noi stessi e col mondo, sabato saremo ancora qui ad attendere la prossima fine del mondo… ogni giorno dovrebbe essere la fine del mondo.
Casualità. La nostra vita è dominata da essa; ci indaffariamo tutti alla ricerca di qualcosa: c’è chi cerca il successo, c’è chi cerca la popolarità, chi il denaro, quasi tutto, per quanto possano negarlo, l’amore. Eppure i frutti di queste nostre ricerche sono sempre acerbi, non troviamo mai qualcosa che sia neanche lontanamente paragonabile a ciò che cerchiamo, tutto è scelto dal caso. Chi cerca l’amore non lo troverà mai, chi è intento a cercare altro vi si imbatterà forse non riconoscendolo, di sicuro non potremo mai far nulla per capire questi meccanismi, possiamo solo vivere sperando che la vita ci faccia il meno male possibile fin quando non ci venga dato non ciò che cerchiamo, ma ciò di cui abbiamo bisogno.
Tutti siamo la delusione di qualcuno, il paradiso di altri, e l’inferno per noi stessi.
Credetevi pure tutti unici, speciali e insostituibili, tanto prima o poi tutti sarete solo uno di tanti, obsoleti e verrete sostituiti.
Capita sovente che qualcuno possa essere il più grande male per se stesso, in quei casi sarebbe ingiusto coinvolgere qualcuno nella lotta a questo male, soprattutto quando si sa che non ci sarà vittoria.
Chi in nome dell’apparenza calpesta la propria dignità, è peggio di chi una dignità non ce l’ha affatto.
Veniamo al mondo piangendo. Il nostro primo approccio con la realtà sono le lacrime, la prima sensazione che proviamo è il dolore. Quasi come un presagio, un avvertimento che tutta la nostra vita girerà intorno a vari dolori. Dal momento in cui tagliamo il cordone ombelicale inizia la nostra ricerca, volta a qualcuno che possa darci di nuovo quella sensazione di pace, ti tranquillità, nel grembo materno. Qualcuno che ci faccia provare quel nodo allo stomaco quando è lontano, e stavolta non parlo dell’ombelico. Qualcuno che possa essere un sollievo in mezzo al dolore. Passiamo la vita nella ricerca di qualcosa, senza renderci conto, che forse, quel qualcosa non esiste.
Non ho mai scommesso sui cavalli, ma mi è sempre piaciuto pensare alla vita come a un’ippodromo e l’amore come a una corsa. Se punti sul cavallo giusto, vinci. Il punto in verità è che non esistono cavalli vincenti, non se ne esce mai vincitori. La vita è più un’arena, come quella degli antichi romani, e noi siamo gladiatori. Combattiamo, sudiamo, soffriamo, e alla fine, chi prima, chi dopo, cadiamo tutti. E se pensate che la vera sconfitta non sia cadere, quanto più non rialzarsi, vi sbagliate di grosso: quelle sono le scelte più ovvie, e chi si rialza lo fa solo in attesa che un altro colpo venga sferrato, e cada di nuovo. La vera sconfitta la vivi quando hai tanta paura sia di cadere che di rialzarti: resti a terra, ti fingi morto, eviti ogni contatto, ogni rischio e sopravvivi. Non vivi, ma sopravvivi. Così la vita, così l’amore, quando hai sofferto tanto da aver paura di vivere e d’amare, sopravvivi.
E sarà facile anche stavolta fare come la volpe con l’uva, e sarà facile anche stavolta fingere che è stato meglio andasse così…
Tutti meritano una seconda chance, quasi nessuno la prima.
Gli uomini altro non sono che animali… alcuni più di altri!