Friedrich Wilhelm Nietzsche – Uomini & Donne
Si odono solo le domande alle quali si è in condizione di trovare una risposta.
Si odono solo le domande alle quali si è in condizione di trovare una risposta.
L’uoma va educato alla guerra, la donna al ristoro del guerriero, tutto il resto è sciocchezza.
Cio che un uomo è comincia a venir fuori quando il suo talento diminuisce – quando egli cessa di mostrare quel che sa fare. Il talento è anche un ornamento; un ornamento è anche un nascondiglio.
Ben poche sono le donne oneste che non siano stanche di questo ruolo.
La cattiveria è rara, la maggior parte degli uomini si occupa troppo di se stessa per essere malvagia.
La donna è stato il secondo errore di Dio.
L’uomo è difficile da scoprire, ed egli è per se stesso la più difficile delle scoperte.
Temo che gli animali vedano nell’uomo un essere loro uguale che ha perso in modo estremamente pericoloso il sano intelletto animale: vedano ciò in lui l’animale delirante, l’animale che ride, l’animale che piange, l’animale infelice.
Una bella donna ha qualcosa in comune con la verità: entrambe danno più felicità quando si desiderano che quando si posseggono.
Gli uomini passano per essere crudeli, le donne invece lo sono. Le donne sembrano sentimentali, gli uomini invece lo sono.
Lasciami! Lasciami! Io son troppo puro per te, non mi toccare! Non era proprio ora divenuto perfetto il mio mondo? La mia pelle è troppo pura per le tue mani! Lasciami! Stupido, balordo ottuso d’un giorno. Non è la mezzanotte più chiara? I signori della terra devono essere i più puri, i più sconosciuti, i più forti, le anime di mezzanotte sono più chiare e profonde di qualunque giorno. O giorno, tu brancichi verso di me! Cerchi a tastoni la mia felicità. Son per te ricco, solitario, un tesoro solitario, una camera dei forzieri? O mondo, tu vuoi me? Son io per te montano? Son per te spirituale? Son per te divino? Ma giorno e mondo, voi siete troppo goffi, abbiate mani più accorte, tendetele verso una più profonda felicità, verso una più profonda infelicità, tendetele verso qualche Dio. Non tendetele verso di me. La mia infelicità, la mia felicità, è profonda, o giorno bizzarro. Ma io non sono un Dio, non l’inferno di un Dio, profondo è il suo dolore.
Il sentimento più penoso che ci sia è quello di scoprire che si è sempre presi per qualcosa di superiore a quel che si è.
Imparare a pensare: nelle nostre scuole non si sa più cosa significhi.
Qual è il mezzo di guarigione più potente? La vittoria!
Il successo fu sempre il più grande mentitore.
Odio coloro che mi tolgono la solitudine senza farmi compagnia.
La nostra vanità è più gravemente offesa proprio quando è stato ferito il nostro orgoglio.