Georges Bernanos – Verità e Menzogna
Chi cerca la verità dell’uomo deve farsi padrone del suo dolore.
Chi cerca la verità dell’uomo deve farsi padrone del suo dolore.
Una delle più incomprensibili disgrazie dell’uomo è che egli debba confidare ciò che ha di più prezioso a qualcosa di così instabile, di così plastico, ahimè, come la parola.
Diffido della pietà. Esalta sentimenti piuttosto vili, un prurito di tutte le piaghe dell’anima.
Nelle mani dei potenti la giustizia non è che uno strumento di governo come gli altri.
Non basta svuotare il cuore dall’Io, dalle cose e dalle ricchezze. Bisogna riempirlo di Dio, della vita, della sapienza, dell’infinito.
È più facile di quanto si creda odiarsi. La grazia è dimenticare.
Nostro Signore, sposando la povertà, ha talmente elevato il povero in dignità che non si potrà più farlo scendere dal suo piedistallo. Gli ha dato un antenato. E quale antenato.
La purezza non ci è prescritta come un castigo, è invece una delle condizioni misteriose ma evidenti di quella conoscenza soprannaturale di se stessi e del mondo che si chiama fede.
Il peccato ci fa vivere alla superficie di noi stessi.
Il desiderio di pregare è una preghiera stessa.
Una civiltà non crolla come un edificio, ma si vuota a poco a poco della sua sostanza finché non ne resta più che la scorza.
Lo stato moderno non ha più nient’altro che diritti: non riconosce più i doveri.
Confondere la lussuria, propria all’uomo, con il desiderio che ravvicina i sessi è lo stesso che dare il medesimo nome al tumore e all’organo ch’esso divora e di cui avviene che la deformità riproduca spaventosamente l’aspetto.
Il capo non sarà giudicato dalle sue intenzioni: avendo assunto l’incarico, rimane responsabile dei risultati.
Il gusto del suicidio è un dono.
Il segreto della felicità è trovare la propria gioia nella gioia dell’altro.
Una voce libera è sempre liberatrice.