Giovanni Di Blasi – Tempi Moderni
Penso spesso a coloro che ci succederanno, quando si renderanno conto del mondo di merda che gli abbiamo lasciato in eredità.
Penso spesso a coloro che ci succederanno, quando si renderanno conto del mondo di merda che gli abbiamo lasciato in eredità.
Ci sono sensazioni che chiunque dovrebbe provare nella vita, come quella che accompagna la soddisfazione di portare a termine qualcosa, sulla quale nessuno avrebbe scommesso, alla quale solo tu hai creduto. O quella che si prova, grazie a un dono divino, nel generare una vita, consapevole che la tua continuerà in essa.
La possibilità di non riuscire nell’impresa fa sì che la stessa diventi interessante.
Il successo non è indossare abiti costosi, viaggiare su auto di lusso, avere la possibilità di comprare tutto e tutti per poi mettersi in mostra. Il vero successo sta nel fatto di aver contribuito a rendere migliore la tua vita e quella degli altri ogni singolo giorno, con il sudore della fronte e la gioia nel cuore.
Nessuno deve considerarsi un vuoto, al massimo può ritenersi uno spazio in attesa di essere riempito.
La persona inerme (quasi inerte) è colei che non fa niente per rialzarsi, e nei suoi comportamenti, involontariamente ma consciamente, fa del male alle persone che gli vogliono bene.
Riusciresti a descrivere qualcosa di bello, che ti sta capitando, oltre a viverlo? Prova a scriverlo in poesia, non importa come, non sono importanti gli errori che farai, fregatene. Metti in sottofondo una canzone che ti piace, e accompagnato dal cuore lasciati trasportare. Ti sorprenderai di cosa riuscirai a creare e di quello che proverai.
Bisognerebbe sempre esprimere le proprie emozioni, fanno bene alle persone che le vivono. Dire “ti voglio bene” oggi, non dovrebbe essere evitato, domani potrebbe non avere più lo stesso significato.
Seduto all’ombra di un albero, un filo d’erba che unisce le mie labbra, contemplo le meraviglie della natura. I suoi profumi, la varietà dei colori, la bellezza della vita ch’è in essa. Mi lascio trasportare e un pensiero mi invade la mente, quale essere vivente può beneficiare di questo dono, riuscendo a carpirne il significato, in teoria solo l’Uomo.
Stavo ai piedi di una collina, con le lacrime che mi solcavano il viso, di fronte lei che guardava il riflesso dei miei occhi verdi, sussurrando frasi che a me sembravano idilliache, mai parole furono così dolci al mio udito, come nell’attimo in cui le sussurro sulle mie labbra, sentii la sua mano accarezzarmi il cuore, com’era tenera nel suo vagabondare dentro la mia anima.
Colui che riesce a trasferire in lettere o parole i propri sogni e pensieri, dimenticando la paura di non essere capito o preso in giro, costui è l’assoluto padrone dei suoi sentimenti e delle emozioni proprie.
Si può considerare folle uno che canta o ascolta musica, sotto la pioggia, con le cuffie del suo lettore mp3 alle orecchie. Non credo ma se lo fosse, io sono un folle. Quello che si prova è indescrivibile, sia se siamo felici o malinconici. Un senso di purezza, di liberazione, di libertà assoluta. La pioggia che invade il nostro corpo, la musica nell’anima e la persona amata nel cuore.
A volte le parole più belle vengono da un semplice sorriso. A volte si rincorre un sogno accorgendoci poi, che quel sogno non è mai stato fatto. A volte si ha paura di un gesto d’amore, senza riuscire a capire che non è mai troppo tardi per donarlo o raccoglierlo. A volte un’emozione si trasforma in delusione, ma è pur sempre “vita” vissuta.
Non permettere al passato di rovinare il tuo presente e compromettere il tuo avvenire. Non puoi più fare niente per quello che è stato, puoi però migliorare quello che sarà, semplicemente vivendo il presente.
Niente fa star più male, della fine di un amore. Ogni parte, sia fisica che mentale è incentrata su di un unico destinatario. Ti fai mille domande, non trovi una motivazione, lo stomaco si chiude e non riesci a dormire. Passi da uno stato d’animo all’altro, speri che tutto ritorni come prima, ma tu sai che non sarà così. Prima ti chiudi in te stesso, poi ne parli con chiunque, ottenendo un po’ di sollievo. Io credo che la soluzione migliore sia: lasciare che la sofferenza faccia il suo corso, ascoltando musica, piangendo, anche a dirotto se ti fa star meglio e parlando da solo, fino a quando quell’amore ormai finito resti solo un bel ricordo.
Molto probabilmente la metà delle persone che mi odiano non le conosco e della restante metà non me ne frega niente, non spreco un sentimento se pur chiamato “odio” per chi non conosco o non mi interessa, lascio a loro la facoltà di rendermi interessante.
Riflettendo un attimo si scopre che: un sorriso, restituisce un sorriso, l’amore, restituisce amore, uno schiaffo finisce in lite, l’odio, prolunga l’odio e via dicendo. Sarebbe facile immaginare un mondo pieno di sorrisi e amore ed invece, siamo qua.