Giuliano Cento – Vita
Tu, palloncino colorato, che sfuggi da mani acerbe di bambini golosi di zucchero filato, inseguito da correnti d’aria sgarbate, qualche volta intristito ricadi impigliandoti in scarni alberi invernali.
Tu, palloncino colorato, che sfuggi da mani acerbe di bambini golosi di zucchero filato, inseguito da correnti d’aria sgarbate, qualche volta intristito ricadi impigliandoti in scarni alberi invernali.
Liberi tutti, di sperare, di sognare, di volare con un litro di miscela ed un paio di ali posticce: dare due mani di colore verde e se serve un pizzico di rosa.
Dolce ragazze sublime e un po’ pazza, liberati da impegni e orpelli e continua a cercare dentro palazzi e castelli, là troverai un passaggio segreto ed un principe devoto e discreto. Perché la vita non ha tabelle da rispettare e basta un niente per farti volare.
Questa notte ho viaggiato per strali celesti, ho sentito declamare gli angeli, i beati, i santi e ho visto nel buio tante piccole luci a intermittenza che prendevano succo e nutrimento dai miei pensieri.
Un catino di pensieri, in una piscina di baci a pioggia per una tempesta di emozioni.
A piedi nudi un salto nel cielo che limita l’orrizzonte, nuotando tra nubi e sospinti dal vento astrale, verso rotte immacolate di costellazioni celesti.
Sei come l’acqua per un beduino nel deserto, come il fuoco che arde nella stufa d’inverno per riscaldare gli ambienti, come il vento che gonfia imperiosamente sulle vele delle navi ed il cemento che unisce e rende indelebile ogni attimo, ogni respiro il tuo ricordo.
Per te un grammo di polvere da sparo da ingerire sciolta in mezzo bicchiere di acqua piovana. Ti brucerà un po’ il sedere, ma ti darà una carica esplosiva.
Sei fissa nei miei pensieri, riesci ad intrattenerti lì sempre di continuo, in un incavo dentro la mia testa, nutrendoti della mia corteccia celebrale e della mia poca sostanza grigia.
Eravamo a pochi metri, eravamo a centinaia di metri, eravamo a qualche chilometro di distanza, ma oltre il tempo e la distanza bastava solo allungare una mano per sentire il tuo calore.
Strega! Basta un niente per trasformarti, inarchi la bocca, ti si formano due apostrofi laterali e diventi fata.
Un lieve pensiero stravolto dal tempo, si staglia nel cielo radendo le nubi, fendendo la costa si getta nel mare, sicuramente lì, se ti tuffi, se lo cerchi lo potrai sempre trovare.
Pensarti non è un pretesto ma una necessità, mi scalda il cuore e le membra, ma vale per tutte le stagioni anche d’estate.
Se mi costassero come gli sms 10 cent, per i miei pensieri giornalieri dedicati a te mi ci vorrebbe una fortuna!
Se chiudo gli occhi penso a te, se li apro rivedo te, non sò più se sono sveglio o delirante.
In un campo di trifogli se si allunga la mano e si trova la primo colpo un quadrifoglio, vuol dire o che si è tanto fortunati, oppure che si è trovato una donna come te.
Un prode cavaliere con spada, pennacchio, cipiglio e armatura devi testare, che ti prenda la mano con mesto e antico rispetto e ti faccia per sempre sul suo cuore atterrare.