Lisa Giove – Uomini & Donne
Lui temeva la solitudine; lei una compagnia che non fosse la sua.
Lui temeva la solitudine; lei una compagnia che non fosse la sua.
Magari non era tutto perfetto, ma lei si sentiva comunque la protagonista del film più bello.
Non credo sia stato con me perché, tra tutte, aveva scelto me; più che altro perché io, tra tutti, avevo scelto lui.
È semplice; non l’avrei mai più incontrato. Non sapevo cos’era peggio: incontrarlo, o non rincontrarlo mai più.
L’unica cosa che riesci a scrivermi in chat non è neanche un “ciao”, magari “come stai”, ma uno stupidissimo link che si ricollega al tuo profilo di “ask”. L’unica domanda davvero sensata da farti è: ma quand’è che te ne vai a fanculo?
Il fatto è che mi sento sbagliata. Sbagliata perché nessuno è come me. Sbagliata perché nessuno mi ha mai capita fino in fondo, e forse nessuno ci riuscirà mai. Sbagliata perché il mondo urla a e io sottovoce sussurro 193621. Sbagliata perché non mi sento mai al posto giusto. Ah no, aspetta. Il posto giusto, forse, credo, di averlo trovato. Il posto giusto era tra le tue braccia. Dove riuscivo a dimenticarmi chi ero, com’ero, riuscivo a dimenticarmi. Ma sbagliata come sono, sto riuscendo a distruggere anche quello. Sono troppo sbagliata per te. Sono troppo sbagliata per chiunque. Ma ti amo, e per quanto possa essere sbagliato; amarti è la cosa più giusta che avrei potuto fare.
Sorrido. Perché quando sorridi alla fine di una frase, tutti ti credono.
Ci sono giornate che si possono riassumere solo con un terzo dito.
Tutti che augurano una buona vigilia, buone feste, blablabla. Scusate, ma io non vi augurerò un bel niente. Sarò che quando mi dicono a me ‘ste cose mi sento un po’ presa in giro. ‘Buon natale! ‘ Ma se è un giorno come un altro, perché allora non mi dici buon 19 maggio!? ‘Felice anno nuovo! ‘ Se sarà felice o meno di certo non dipenderà dai tuoi auguri. ‘Buona epifania! ‘ Da quando ho scoperto che la befana non esiste (beh, ce ne sarebbero tante però…) è inutile anche questo. Quindi niente auguri, solo un duepuntichiudiparentesitonda.
Molto spesso si finisce; nel leggere un libro, con l’illuderci. Esatto, illuderci. Magari ci illudiamo di essere noi le protagoniste, di prendere noi le decisioni, di poter cambiare la storia o il corso degli eventi. Finiamo con il plasmare il libro, rendendolo parte di noi; fino a fargli raccontare una parte di noi. E credo sia qui la magia che si cela dietro ogni libro; inizia con il gonfiore agli occhi per le ore piccole, e finisce con una lacrima alla parola “the end”.
Certi rapporti sono come i rotoloni regina: non finiscono mai.
Un giorno mi disse: sei sempre la solita, devi sempre far di ogni cosa un dramma. Ci stetti male per giorni, riconoscendomi nelle sue parole. Cercai di cambiare, ma restavo sempre la stessa. Oggi a distanza di anni sono riuscita a capire che drammatizzare tutto non è il vero dramma, anzi lo definirei quasi un talento.
Aveva sempre creduto che il loro, fosse un rapporto speciale, magico. Uno di quelli che non puoi etichettare, che quando ti chiedono ‘ma lui chi è? ‘ tu non riesci a rispondere, perché in fondo neanche tu, ne tanto meno lui, sai di cosa si tratta. Il loro era un rapporto usa e getta, ma infinito. Fatto di promesse (infrante, ma questo era sempre una sorpresa nonostante fosse consuetudine), sussurri d’amore, urli d’odio, canzoni dedicate prima di fuggire, canzoni per perdonarsi, canzoni, cazzotti, risate e lacrime. Si dicevano addio, magari non parlavano per giorni, settimane, mesi; ma prima o poi o l’uno o l’altro tornava. E bastava un ciao che tutto riesplodeva. Si riprendeva a parlare assiduamente, rendendosi conto che il tempo passato non aveva allontanato, anzi. E ci si riprometteva che non sarebbe più successo. E poi risuccedeva. Lei ci credeva davvero, che lui era speciale; che lui era come lei. Ma se c’è una cosa che solo ora può capire, è che nessuno sarà mai come lei. Lui non è mai stato come lei, lui era un coglione qualunque che non tornò più; che se tornava era solo per noia. Finzione. Ecco cos’era il loro rapporto. Nient’altro.
Non ho mai capito le persone che mi dicevano “che lo ami a fare, se lui non ti ama?”, quasi come se l’amore non corrisposto, non potesse esistere, o non fosse amore. O come se si potesse scegliere chi amare. Ti dirò una cosa, l’amore non corrisposto esiste, esiste eccome. E te lo dice una che di amori non corrisposti se ne intende. E ti dirò anche un’altra cosa: a volte un amore non corrisposto, è più forte di un amore ricambiato.
Ho soffiato candeline di compleanno, supplicato stelle cadenti, riinviato miriadi di catene, pregato ogni sera pur di trovarti. E ora che finalmente ti ho trovato, questo fottuto mondo non mi permette di averti.
Era amore? La verità è che lei lo invidiava, lo invidiava da sempre. Per quei suoi modi di fare, per quel cuore che non si lasciava influenzare, per quelle guance che non avvampano. Lui invece, la criticava. La criticava per quella sua goffa maniera di dimostrargli il suo amore, per quegli occhi timidi e quelle mani sudate.
Hai presente il “cuore spezzato”? Beh, non le è mai davvero. Ogni persona che entra nel nostro cuore, per poi deluderci non fa altro che “tatuare” il nostro cuore; e il dolore che proviamo e quello dell’incisione.Più persone ci feriranno, più il tatuaggio sarà articolato. Ma ci sarà una sola persona che capirà tutti i tuoi tatuaggi, senza inciderne alcuno. Ecco; avrai trovato l’unica persona in grado di spezzarti davvero il cuore.