Lya Alfano – Vita
La vita non concede repliche, ma nuovi inizi.
La vita non concede repliche, ma nuovi inizi.
Ero vissuta sospesa nel tempo. Sfogliavo il passato. Piegai le labbra in un sorriso ironico, quando mi resi conto che mi erano stati strappati dei fogli dai capitoli vissuti in quei mesi o forse si, forse non erano mai stati scritti. Come poteva finire un qualcosa se niente era cominciato, come potevo perderlo se non lo avevo mai avuto?
Che stupida, come potevo pretendere amore da un uomo, quando questo non ne conosceva il senso, tanto da non amare neanche se stesso. Dovevo salvare che cosa? Niente non avevo nulla da salvare, solo me stessa. Salvarsi richiede coraggio, risalire il baratro, forza. Era molto più facile restare sdraiati e naufragare nei propri pensieri. Si per lui era molto molto più semplice suicidarsi l’anima.
Sogno per legittima difesa.
Per un attimo si sentì pericolosamente in bilico tra le sue braccia. Sentì nell’anima una strana sensazione mista un nostalgico dolore, qualcosa che non sentiva da molto tempo o forse non aveva mai conosciuto, ma solo sognato, un qualcosa che ormai da tempo il suo cuore aveva dimenticato.
La sensibilità è la forza delle ali con cui voli in spazi di cielo che solo pochi solcano.
Da sempre è stata invidiata la mia forza proprio da coloro che l’hanno nutrita con bassezze ed efferatezze.
Dimentico sempre di dimenticare.
Io non sono per l’abitudine, non sono per l’arido dell’anima. Io non sono normale, questo è il motivo per cui molti mi odiano.
La sua anima era letale per la mia ragione. La sua anima profumava di proibito. La sua anima era la porta per l’inferno che conduce al paradiso. La sua anima era la mia trappola. Sorrideva mordace nell’amore, sapeva bene che non ero io a prendere lei ma lei me! Morivo tra le sue braccia. Lei era il mio punto di non ritorno.
Se cerchi me guarda dentro di te, sto passeggiando tra i tuoi pensieri, sulla tua anima a piedi nudi.
Dipinsi nell’anima ciò che di te vide il mio cuore e non ciò che videro i miei occhi.
Andavo scalza verso centro della tua anima. Sì li, proprio li, dove la tua paura non mi permetteva di arrivare.
Sentì le sue grandi mani scendere sui perfetti fianchi, adesso che la presa era sicura, lei non avrebbe potuto più fuggire da lui. Era tutto cosi folle. Lei non si divincolò, rimase a fissarlo in attesa. I loro corpi parevano ammettere un’intimità che le rispettive menti rifiutavano.
L’unico desiderio di lei, l’unico pensiero egoista mentre le loro labbra si cercavano era quello di abbandonarsi, attingere da lui tutta la forza che poteva darle, aveva bisogno di sciogliersi fra le sue braccia, di sentirsi al sicuro.
Nella piccola frazione di tempo restarono sospesi fra la piacevole sensazione di ciò che avevano vissuto e la paura della conseguenza, compresero che erano prigionieri uno dell’altra, insieme liberi.
Si trovarono così, senza volerlo, uno di fronte all’altra talmente vicini da respirarsi, da sentire un solo battito ma con labbra indecise sul da farsi.