Michela Strega

Sono stanca di dare. Dare consigli, dare attenzione, dare perdono, dare amore, dare tempo: ora voglio avere quello che mi spetta, perché lo merito.

Non mi interessa cedere alla debolezza della carne, io amo forte con tutta l’anima.

La mia vita: l’inferno che mi hanno creato. Io: l’angelo che hanno ucciso.

Mi chiamano strega non perché sono cattiva, ma perché il mio intuito va oltre e non sbaglia mai.

Le frasi si possono copiare, ma quello che esse esprimono le sente solo chi le scrive. È come intingere il pennino nel sangue e tatuare un’emozione sul foglio resterà sempre unica.

Era la rabbia che mi stringeva, la solitudine che mi ascoltava, il dolore che mi baciava, la tristezza che mi avvolgeva, la malinconia che mi coccolava. Sono queste cose che mi sono state vicine rendendomi ciò che sono: una donna difficile, difficile da capire, da prendere e da accettare. Ma non soffro più per questo, ho imparato che le persone non saranno mai vicine davvero come quello che affronti da sola.

Voler bene a qualcuno non vuol dire dargli il diritto di ferirti.

Non sentirti inadatta, prova a sentirti sprecata. Vedrai che non solo vivrai meglio, ma non farai più vivere accanto a te chi non ti merita.

Le tue parole sono tagli sulla mia pelle, che fanno male.

Tutto passa, almeno così dicono, ma non ti dicono dove. Passerà attraverso quel vuoto che hai dentro. E senza pietà, senza chiederti il permesso. E ti cambierà. Ma alla fine passerà, forse.

Non stare male per chi se ne andato, in fondo hai solo fatto spazio per chi ti amerà davvero.

Io di quegli attimi ricordo tutto, anche le emozioni.