Silvana Stremiz – Religione
Se io non credo non è importante e non è nemmeno importante ciò in cui tu credi. Ma il rispetto l’uno verso l’altro sì, comunque va dato.
Se io non credo non è importante e non è nemmeno importante ciò in cui tu credi. Ma il rispetto l’uno verso l’altro sì, comunque va dato.
La fede non deve essere scontata, ma qualcosa di profondo che nasce dentro di noi. Diversamente non ha senso.
Credo che la fede sia una forza incredibile.
Non tutti siamo stati baciati dalla fede, ma tutti siamo in grado di distinguere il bene dal male.
Gli uomini sono strani: proclamano Dio bestemmiando ogni giorno, se non con le parole con le azioni.
Non so se io credo, ma come invidio il credo assoluto di alcuni. Quella certezza che lui c’è e che vincerà per forza il bene.
La fede è un percorso dove molti strada facendo si perdono.
Ammiro chi in Dio crede senza porsi domande, ma ancora di più chi ci crede dopo essersi posto delle domande.
Non so se Dio esiste, ma se così fosse, di certo Dio tutto potrebbe. Allora perché non impedisce il dolore dei bambini?
Non so se credo in Dio, ma auguro ai miei figli di crederci.
Il vero credente non chiude mai le “porte” al non credente.
Odio chi professa la fede senza rispettare il non credo del prossimo, ma amo profondamente chi crede senza giudicare.
La chiesa è un potere politico non indifferente, che spesso confonde l’essere debole con promesse illusorie.
Per trovare Dio dobbiamo prima trovare noi stessi. Solo dopo aver trovato noi stessi potremo aspirare a trovare delle verità, fra queste forse Dio, o semplicemente “La grande Madre”.
Forse Dio c’è, forse è troppo distratto dalle futili preghiere che dispensiamo egoisticamente per noi stessi. Forse sbaglio ad avere tanti dubbi, a farmi tante domande, forse non so pregare, forse non sappiamo pregare, forse non sappiamo ringraziare e non sappiamo cogliere l’avuto. Forse abbiamo solo un fottuto bisogno di crederci.
Forse sono fatta male io, forse do troppo peso al dolore e poco ai momenti eclatanti che compongono la vita. Forse sono “troppo piccola e ignorante” per comprendere alcuni destini, ma non riesco a vedere nulla di miracoloso e magico in quei bimbi massacrati dalla guerra. In quel bambino violentato e ucciso, colpa dell’uomo? Sicuramente. Ma perché quei “figli”? Perché non i nostri? Non è forse destino questo? Ci sono madri che continuano a chiamare, a gridare, a urlare a squarcia gola un nome che non c’è più, mentre altre abbracciano con un sorriso il proprio figlio. Davanti a questi eventi, mi riesce difficile “comprendere” il miracolo di un disegno”.
Se vuoi trovare Dio, lo troverai ovunque anche laddove non può essere. Ma non troverai mai Dio se non sei disposto a trovarlo.