Stefania Meneghella – Vita
Se l’attesa è massacrante, ciò che da tempo avevi atteso diventa meraviglioso.
Se l’attesa è massacrante, ciò che da tempo avevi atteso diventa meraviglioso.
In ognuno di noi sono conservati segretamente una infinita estate e un infinito inverno. Sta a noi decidere… a volte ci verrà troppo caldo e a volte troppo freddo! L’importante è riconoscere sé stessi.
Un sogno sta fuggendo dalla serratura della mia vita, vuole liberarsi di questo peso, andare via di qui… forse per sempre. Ma continuo a lottare, per ciò che amo, ogni sorriso riconquistato. Continuo… nonostante le avversità, le critiche non accettate, le false amicizie, i dolori e i cuori spezzati. Continuo… perché il sogno è l’unica arma che mi permette di star bene. Un sogno sta fuggendo da me, ma io lo fermo… ancora una volta. Andrà via solo quando l’avrò realizzato. E allora sarà per sempre.
E forse sognare non ha importanza se noi, pigri, non corriamo dietro quel desiderio e facciamo di tutto per trasformarlo in realtà. Il resto sarà solo illusione.
I miei sogni vivono dentro di me. La loro unica casa sono io, io che, insicura, li cresco come fossero piante. Nelle notti più cupe, semino la speranza nell’albero della mia vita. Sono sogni e vanno alimentati. Vivono dentro me, io che lotto per ciò che amo, io che lotto per difenderli. Perché i miei sogni sono come figli, li cresco e li proteggo. Sono chiusi in una botola di vetro e sono cristalli che brillano.
A volte ci rendiamo conto che la felicità è l’unica ad averci accompagnato quando la credevamo persa. Perché un attimo felice è un sorriso al mondo più ingenuo, un aiuto all’umanità, il guardare il tramonto con la persona che ami. Sono questi i momenti che ricorderai sempre, quando ti renderai conto di non esser sola come credevi.
I ricordi sono gli unici che, giorno dopo giorno, attimo dopo attimo, costruiscono la mia vita. E sono gli unici che restano a guardarmi, ad ammirare la mia tristezza. Sono gli unici che, ne son sicura, non andranno mai via, non mi lasceranno per un oro migliore, per un diamante più bello. I ricordi restano impressi nella mente, nel cuore, nell’anima e nessuno potrà mai scacciarli.
È giusto aver paura, quasi normale tremare per qualcosa di stupido. Siamo esseri paurosi, incapaci di oltrepassare il limite. Spesso la paura si impossessa di noi, come se fosse davvero l’unica cosa per cui è necessario vivere. Fissiamo il punto che ci fa paura e facciamo di tutto pur di evitarlo. Ma è davvero giusto? Tutti hanno paura, chi più chi meno. Ma il vero coraggio umano consiste nel guardare quel punto, ammirarlo con circospezione e poi lentamente osservare la strada che ci conduce ad esso. Siate certi… quella strada sarà sempre obliqua, non troverete mai fiori nel percorso. Perciò, camminate pian piano, passo dopo passo, e se vi può consolare prendete la mano di qualcuno d’importante. Vedrete quel punto ingrandirsi sempre più finché non vi avvicinerete e lo sfiorerete con un dito. Potranno volerci giorni, mesi, anni. Prendetevi il tempo che vi occorre, ma promettete a voi stessi che un giorno toccherete quel punto e allora sorriderete dolcemente… con la consapevolezza che quella paura che definivate “mostro” sarà solo una semplice sirena, gentile e delicata. E allora vi crogiolerete in un profondo respiro, sereni di aver ricominciato a sperare.
Non è la morte che ci spaventa, ma la strada che ci conduce ad essa.
È tutto un mistero, cosa c’è dopo il “volo”? Il mistero stesso ha conservato in sé un mistero, un mistero divino. Ora, come non mai, la “notte delle albe” si è tramutata in qualcosa di grandioso, perché verrà il giorno in cui, finalmente, riverrà il tramonto, e quel tramonto non morrà mai!
Così se scambieremmo il cuore con la mente, e la mente con il cuore… potremmo ragionare con il cuore, e amare con la mente. Solo così le due cose, dopo secoli, combacerebbero!
Il Sole esiste per tutti… ad alcuni arriva presto, ad altri più tardi ma l’importante è che siamo lì, dondolando nei nostri pensieri, ammirando quel tramonto e pronunciando un addio. Perché l’alba esiste, e a volte non ce ne rendiamo conto.
Scrivere significa esprimere ciò che, timidamente, non riesci a pronunciare, racchiudere in dolci parole tutto il tuo amore, esprimere sentimenti repressi da tempo e dichiararsi con la persona amata. Significa essere quello che, nella realtà, non riesci ad essere… un po’ per timidezza, un po’ per pigrizia. Scrivere significa raccontare storie rinchiuse nell’anima e riuscire a trovare le parole giuste quando tutto sembrava perso. Significa dedicare poesie, scusarsi con parole meravigliose, pentirsi per gli errori commessi, raccontare la propria vita su un foglio bianco. Scrivere vuol dire macchiare quel foglio di sentimenti rinati, cuori risorti, anime innamorate, rabbie, pianti, sorrisi, legami persi, amicizie ritrovate, ogni frammento di emozione. Scrivere significa emozionarsi, mentre la tua anima scorre su questo foglio macchiato di inchiostro colorato e mentre rileggi la tua vita, candida, bellissima vita. Scrivere è ridere, ridere quando tutto sembrava abbandonato e quando ogni cosa si anneriva per le più futili sottigliezze. Perché scrivere è anche un po’ questo: ritrovare, nel grigio più assoluto, una fetta di arcobaleno. E perché scrivere vuol dire, nella sua più semplice banalità, ritrovare se stessi. Perché, seppur dentro mi senta morire, scrivere significare ricominciare a vivere… vivere per me stessa, vivere per gli altri!
L’arte è semplicemente la rappresentazione di noi stessi.
Eravamo sul punto di innamorarci ancora quando… una sveglia più stupida del mio sogno inizia a suonare. E allora capisco che forse è meglio tenerseli stretti i propri sogni, che nella vita è meglio continuare a sperare, a credere in qualcosa di inverosimile, a pensare a qualcuno che non c’è più oramai. Capisco che la felicità dura poco, ma quel poco è bellissimo. E che il sogno è lo specchio dell’anima, guardarsi significa amare. Fà in modo che quello specchio non caschi mai o cascherai anche tu.
Insieme capirono di amare. Amare la vita che non era mai stata giusta ma che in quel momento aveva scontato ogni anno malinconico, amare anche la tristezza e i momenti bui e poi quelli sereni, quelli forti che ci rendono ancora più speciali, capirono di amarsi a vicenda e di amare quella piccola vita dentro lei, e si guardarono negli occhi. Sorrisero dolcemente e ricordarono gli anni trascorsi a litigare, colmi di pentimenti, delusioni e poi ricordarono i loro abbracci. Dopo tutto… l’amore che cos’è? Un gesto, una carezza, un emozione in più e una vita che nasce. Era quello l’amore.
E mi piace pensare che nonostante tutto, nonostante gli specchi infranti, le luci spente, i cavalli dispettosi, nonostante dei libri da sfogliare, l’amore è ancora la forza più potente. Mi piace credere che nella vita tu continui a esserci, con le tue torce, il tuo fuoco, le tue stelle. Amare significa montare a cavallo, sai che puoi correre il rischio di cadere ma riesci ancora a credere di farcela. Cos’è l’amore senza una gara a ostacoli? Che dici… corriamo insieme?