Violetta Serreli – Frasi su animali
Il gatto non è un animale da compagnia, ma da convivenza. Il potere che hai su di lui è pari a quello che lui ha su di te.
Il gatto non è un animale da compagnia, ma da convivenza. Il potere che hai su di lui è pari a quello che lui ha su di te.
I gatti si accorgono di tutto. E, discretamente, tacciono.
Non si ride dell’amore che una persona può provare per un animale. Quando lo vedi crescere, ci giochi, lo rimproveri, lo trovi ad accoglierti a fine giornata è l’amore pari a quello per un figlio. Si è genitori, con le stesse gioie e gli stessi dolori. Quando è su un lettino di ospedale – immobile – perché ha bisogno di cure e ti guarda, è tuo figlio in quel momento. E non c’è niente altro che una madre possa fare che pregare con tutto il cuore che quell’angioletto non voli via.
Il bambino è sempre spontaneo, ma non necessariamente sempre sincero.
Anche io leggo decine di cose che non condivido, dentro di me mi faccio certo un’idea. Ma se a mio figlio dovessi dire, per ogni persona che non condivide le cose in cui credo fermamente: “vedi figlio mio, quello è un coglione. E tutti quelli che dicono così sono coglioni” mio figlio crescerà un gran pezzo di merda.
Ho voglia di vedere tutto con gli occhi di un bambino. Con quella ingenuità, quella purezza di chi si affaccia al mondo e scopre le sue meraviglie. E invece vedo solo il marcio, e anche lo sguardo di un bambino non mi intenerisce più. Non mi smuove animo di pace, ma anzi acuisce un dolore che non so spiegare fino in fondo. I bambini sono il nostro futuro. E io non vedo futuro. Siamo soli, e siamo gli ultimi. Finalmente.
Padri che rinneghiamo, che arriviamo a odiare. Tra tutti i difetti che riconosciamo nei nostri padri e contro i quali combattiamo strenuamente, il peggiore si insinua viscidamente nella nostra gestualità, sconvolgendo le nostre serene logiche inscatolate. Come se qualcuno potesse imporre al proprio sangue, di scorrere più lentamente.
Se la felicità fosse semplice da raggiungere non ne coglieremmo la bellezza.
E fai mille giri, intorno ai desideri. Una sosta all’ombra di un’oasi. Poi di nuovo il deserto. Sotto il sole cocente, come una ferita che non sana mai. Tra beduini ospitali e ladri di Baghdad. Finito il riposo, riprendi a camminare. Più forte. Più attento. E inevitabilmente, più cinico e schivo.
È divertente mettere insieme i pezzi di un puzzle. Inizio sempre dalla cornice perché ha un lato piatto, è la più semplice. Poi riempio l’interno, per questo ci vuole intuito. Voilà! Il puzzle è completo! Faccio in modo che i pezzi rimangano ben saldi e diventa un quadro. Se ne vale la pena lo appendo e sto ad ammirarlo. Ma se è terribilmente banale preferisco metterlo via. Quando non lo butto.
L’intervento di sé stessi nelle proprie scelte, a volte è così insolito da dare l’illusione che siano gli altri a intervenire.
C’è chi nasconde il suo odio in una frase piena d’amore.
Ci si riempie la bocca di belle parole per poi sputarle nel piatto dell’incoerenza.
In fondo ci si aspetta solo che gli altri capiscano cosa ci si aspetta.
Personalità. Chi non ne ha ruba quella degli altri.
Ci sono gesti talmente semplici che non vengono compresi.
Imparare a guidare non è semplice. Bisogna capire come spuntare, mettere la prima, al momento giusto cambiare in seconda, in terza e così via. Ma quando si capisce che la retromarcia richiede un’unica mossa si vorrebbe andare sempre all’indietro!