Voltaire (François Marie Arouet) – Vita
Non condivido ciò che dici, ma sarei disposto a dare la vita affinchè tu possa dirlo.
Non condivido ciò che dici, ma sarei disposto a dare la vita affinchè tu possa dirlo.
La nostra miserabile specie è fatta in modo tale che quelli che camminano sulle vie battute gettano sempre pietre contro quelli che insegnano vie nuove.
Chi sei? Da dove vieni? Che fai? Che diverrai? Sono domande che si devono porre a tutte le creature dell’universo, a cui però nessuna risponde.
Pigliatevi un gusto; impegnate i passeggeri a contarvi ognun la sua istoria, e se uno solo se ne trova che non abbia sovente maledetto il punto in cui nacque, e che non abbia sovente detto a sé medesimo d’essere il più infelice che viva, gettatemi a capo all’ingiù nel mare, ch’io mi contento.
Ho voluto uccidermi cento volte; ma amavo ancora la vita.Questa debolezza ridicola è forse, delle nostre inclinazioni la più funesta.Perché vi è nulla di più ridicolo che di voler portar continuamente un fardello, che si vorrebbe ad ogni momento buttar giù? Di aver in aborrimento la propria esistenza, e di non poter distaccarsene? D’accarezzar finalmente il serpe che ci divora, finché non ci abbia mangiato il cuore?
“Che cos’è quest’ottimismo?” dice Cacambo. “Ah – risponde Candido – è la maniera di sostenere che tutto va bene quando si sta male”.
L’uomo è quello che da sé stesso si è forse precipitato nell’abisso delle miserie ove egli geme. I selvaggi che noi vedemmo non vivono male fra loro, ed i selvaggi che vivono sparsi ad uno ad uno nei boschi, e non campano che di ghiande e d’erbe, son certamente più felici ancora. Dalla società son nati i più gravi delitti. Vi sono uomini nella società che son costretti, per ragion di stato, a desiderare la morte degli uomini. Il naufragio d’un vascello, l’incendio d’una casa, la perdita d’una battaglia, inducono alla mestizia una parte della società, e spargono la gioia in un’altra. Tutto va molto male, mio caro Cacambo, e non v’è per il saggio altro partito da prendere che di tagliarsi la gola più delicatamente che sia possibile…
Il più felice mortale ha sparso delle lacrime. Dal miscuglio dei piaceri e delle pene risulta quel che si chiama vita, cioè un tratto di tempo determinato, sempre troppo lungo agli occhi del saggio, che deve impiegarsi a fare il bene della società, nella quale ei si trova per godere le opere dell’Onnipotente, senza ricercarne follemente le cagioni.
Di tutto ci stanchiamo nella vita: le ricchezze affaticano quei che le possiede; l’ambizione soddisfatta non lascia che rimorsi; le dolcezze dell’amore, a lung’andare, non son più dolcezze…
L’uomo cerca la felicità come un ubriaco cerca casa sua: non riesce a trovarla ma sa che esiste.
Non sono d’accordo con te, ma darei la vita per consentirti di esprimere le tue idee.
Se abbiamo bisogno di leggende, che queste leggende abbiano almeno l’emblema della verità! Mi piacciono le favole dei filosofi, rido di quelle dei bambini, odio quelle degli impostori.
Ogni uomo è colpevole di tutto il bene che non ha fatto.
Una lunga disputa, significa che entrambe le parti hanno torto.
Per la maggior parte delle persone, correggersi vuol dire cambiare i difetti.
Gli uomini sono eguali; non la nascita, ma la virtù fa la differenza.
Odio le donne perché sanno sempre dove sono le cose.