Tania Scavolini – Tristezza
La tristezza è un tutt’uno con la pelle. Togliersela di dosso significherebbe scorticarsi a sangue, strappandola da dentro ma si rimarrebbe comunque privi di una parte di se stessi.
La tristezza è un tutt’uno con la pelle. Togliersela di dosso significherebbe scorticarsi a sangue, strappandola da dentro ma si rimarrebbe comunque privi di una parte di se stessi.
Lo s lo so spesso scrivo di tristezza, e spesso piango, più che spesso sono malinconica, ed ancor di più sogno, ma non sono sempre questa, so sorridere anche se la vita mi piega, so dirmi domani, domani sarà diverso mentre asciugo una lacrima, e, sorrido anche se spesso non ricordo più il sorridere, ma, quando la malinconia per un attimo mi lascia sola, quando la tristezza di questa amara vita mi lascia stare, beh! Son folle allegra, scherzosa e, in fondo son così! Sono io triste allegra malinconica, folle, e, spesso pazza! Ma va bene così la vita è questa! Ed io sono la mia vita!
Questo non è un cuore, a volte è piombo fuso.
Sono invisibili, ma più dolorose, si insinuano nei ricordi rendendoli pungenti ti deprimono senza che nessuno ti veda, sono spine che trafiggono il cuore e ti portano indietro nel tempo: sono le cicatrici dell’anima!
Non ti auguro di passare quello che sto passando io, Semplicemente per il fatto che non cancellerebbe il male che mi hai fatto.
Le nostre ferite sono spesso più profonde di quelle degli altri, o almeno, questa è la nostra pretesa.
E fuggi la tristezza, perché questa entra nei cuori che sono attaccati alle cose del mondo.