Teresa D’Auria – Sogno
La notte mette le ali ai nostri sogni che aleggiano come leggere farfalle nella quiete del sonno.
La notte mette le ali ai nostri sogni che aleggiano come leggere farfalle nella quiete del sonno.
Ma se io esprimo un desiderio su una stella cadente e poi cade a terra… i miei sogni si sporcano!
I sogni le sue ali, gli occhi le sue zavorre.
Tu eri rapido, Morar, come un capriolo sulla roccia, terribile come una fiamma notturna nel cielo. La tua collera era una tempesta, la tua spada nella battaglia, un lampo sulla landa. La tua voce sembrava il torrente dopo la pioggia, il tuono grondante tra le montagne. Molti caddero sotto il tuo braccio; la fiamma della sua ira li consumò. Ma quando tu ritornavi dal combattimento, com’era calma la tua fronte! Il tuo viso era come il sole dopo la tempesta, come la luna nella notte silenziosa; il tuo seno era tranquillo come il lago quando è cessato il rumore del vento.
Giro spesso e parecchio nei sogni cercando il lato perfetto della mia materia vorrei che qualcuno mi dicesse “sei un eroe!” Ma lontano da casa resto un povero marinaio.
Effimera è la bellezza di un sogno perché dura solo il tempo di una notte e al risveglio lascia nell’animo una cocente delusione.
Tu così vera. Il pensiero di te basta a far dei sogni verità, delle favole storia.