Thos. Browne, Urn Burial – Abitudine
La lunga abitudine del vivere non ci allena a morire.
La lunga abitudine del vivere non ci allena a morire.
In spiaggia arrivo sempre tardi, verso le diciotto, diciannove. Mi sdraio e vedo la gente andar via, in lontananza bambini che giocano, la risacca color arancio, lo strofinare dei ciottoli sulla battigia in perfetta armonia con il canto delle cicale, gli ombrelloni chiusi, il sole in pensiero per il mio ritardo di cinque minuti. Tranquillo, anche oggi facciamo il bagno assieme, separati dall’orizzonte, stravolti d’incanto.
L’abitudine è la più infame delle malattie, perché ci fa accettare qualsiasi disgrazia, qualsiasi dolore,…
Aspettare il domani sperando che arrivi qualcosa di meglio è solo una sciocca illusione che…
Certe strade di periferia per quanto tu le possa attraversare ti saranno sempre estranee, non hanno memoria da raccontare.
Vedevo d’improvviso una nuova faccia dell’Abitudine. Fino a quel momento l’avevo considerata soprattutto come un potere distruttivo che sopprime l’originalità e addirittura la coscienza delle percezioni; ora la vedevo come una divinità temibile, così inchiodata a noi, con il suo viso insignificante così confitto nel nostro cuore che si stacca da noi, se ci volge le spalle, questa divinità che quasi non distinguevamo ci infligge sofferenze più terribili di qualsiasi altra e allora diventa crudele come la morte.
La lettura mi ha appassionato da piccolo e mi appassiona tutt’ora, e grazie ad essa…