Nunzia Pascucci – Tristezza
A volte le persone sono più forti al mattino, perché sono quelle che piangono di notte.
A volte le persone sono più forti al mattino, perché sono quelle che piangono di notte.
Ci sono silenzi che ti uccidono. Quando l’amore finisce tra tristezze e pianti.
Come può un istante rimanere intrinseco nell’anima? Io non lo so. Guardo la mia vita andare avanti, ma ciò nonostante, quel poco che ho avuto di te è dentro me, come una cicatrice indelebile.
I tormenti dell’anima ti portano a sopportare situazioni oltre ogni limite.
Le sorprese ripagano tutte le botte prese.
Certe volte vorrei avere il cuore duro come una pietra, solo per riuscire ad essere indifferente a chi vuol farmi deliberatamente del male.
Quando scende una lacrima sul viso è il cuore che scioglie il suo gelo.
Perché piangi? Perché il mondo non sorride.
Le lacrime più amare sono quelle che non hai saputo versare.
Odio quella sensazione. Quando provi una rabbia, un nervosismo, un rifiuto e una tristezza così forti che ti senti scoppiare, che vorresti urlare, che senti dentro un fiume che sta per straripare i margini dell’anima. Eppure nonostante tutto non riesci a dire una parola, reprimi tutto e lasci correre, lasci che quelle sensazioni si annientino e annullino a vicenda, ma la cosa più brutta è sapere che quando meno te lo aspetti, tutte quelle emozioni che hai fermato scoppieranno dentro di te, accese da una miccia insignificante e a quel punto l’unica cosa che ti resterà da fare sarà pregare che non ci siano persone ad assistere.
Quando tra due persone si rompe quel feeling, non sarà più come era prima, neanche con tutta la buona volontà.
Viaggiano i pensieri di notte, come un treno in corsa che va, binari di mille parole vagoni consumati di te.
Sono andata piano piano a viaggiare nel mio passato, sperando di trovare quell’errore che mi portò a cambiare il mio destino, sono tornata con l’amara scoperta che io sono l’errore.
Nonostante tutto il tempo passa, ma il dolore per lei rimane sempre lì, come se aspettasse un qualcosa che non arriverà mai.
Ci sono assenze che ti lasciano dentro un vuoto incolmabile.
La chiamavano la risata che precede il crollo emotivo, ed io risi. Risi tanto. Risi forte. Ma poi tornai a casa, e togliersi la maschera e crollare fu la cosa più confortante che potesse succedermi.
Se ne stava sempre in silenzio. Ma i suoi occhi no, avevano molto da raccontare. Ma non ci fu mai nessuno che si fermò ad ascoltarli.