Gianni Carvelli – Tristezza
La felicità dura solo fino a quando non ti accorgi di esserlo.
La felicità dura solo fino a quando non ti accorgi di esserlo.
Solo quando vengo accarezzato dolcemente dalla solitudine, riesco a sentire quanto rumore sa fare il silenzio…
I suoi sguardi si sono persi da quando lei si è allontanata da lui, e i miei ancora di più, da quando lui si è allontanato da me.
Tutto ciò che ti fa felice… prima o poi ti logora.
Piangere non vuol dire essere tristi…si piange anche di felicità…e spesso chi è triste lo è tanto da non riuscire a piangere…
È banale forse dire che perdere tua madre è come se ti strappassero il cuore, che dentro la testa hai una confusione tale da sembrarti una centrifuga che ti strizza il cervello, che nell’anima hai un vuoto così totale che niente e nessuno riesce a colmare tutto ciò sarà banale ma… con un calda lacrima che solca la mia gota sto solo banalmente esprimendo quello che provo.
Ho imparato che dobbiamo accontentarci di ciò che si ha… mai dar nulla per scontato, le cose belle finiscono sempre lasciando un vuoto che pesa lungo il cammino della vita… rimpianti, io ne ho tanti e voi?
Nella vita gli sbagli si pagano, prima o poi.
Mi pensavo di essere di essere felice, ma una lacrima che solcava la mia gota mi ha riportato alla disperazione di un mondo che non accetta la mia anima…
Stanotte scorgo me stessa nel cielo,eccomi lì al centro di un soffitto tappezzato di stelle,dal viso pallido e dagli occhi tristi,avvolta da un alone di mistero e di malinconia.Stanotte mi chiamo anche io luna.
Io sono dove tu non sei, questo mi disse la felicità.
E non chiudo più occhio… travolto da un fiume di illusioni che sfocia sempre ed inesorabilmente in un mare di delusioni.
Non bastano cento persone a tenerti compagnia… se sei solo dentro.
Ed è già mattina e so che sarà senza te.
E in assenza di te bacerò ancora, la pioggia che filtrerà via dai miei occhi.
L’ultimo sconsolato bang della mia lattina di Desolazione nel vuoto della valle, che ascolto con soddisfazione, nudo. Lontano, lontano alle porte del mondo c’era il vortice di vento che ammoniva come tutti noi saremo spazzati via come trucioli e piangeremo. Uomini dagli occhi stanchi ora lo capiscono, e attendono di deturparsi e putrefarsi, nonostante questo essi conservano egualmente nel cuore il potere d’amare, non so più cosa significhi quella parola. L’unica cosa che voglio è un cono gelato.
Sai, quel giorno guardavo quelle margherite, le guardavo mentre mi scendeva una lacrima, mi scorreva sul viso, per poi finire a terra.In fondo avevo solo voglia di pronunciare il tuo nome, volevo urlarlo così forte da sentire le corde vocali spegnersi piano, volevo correre… correre all’impazzata fino a che le gambe avessero ceduto, volevo solo urlare il tuo nome al cielo…Stringere tra le mani quelle margherite che sapevano di te, della tua vita e urlare il tuo nome…