Valeriu Butulescu – Paradiso & Inferno
I diavoli entrano in Paradiso soltanto con il passaporto diplomatico.
I diavoli entrano in Paradiso soltanto con il passaporto diplomatico.
Semplice è la via per il lato oscuro.
L’inferno esiste solo per chi nasce.
Troppi pensano di essere più furbi del diavolo finché non l’incontrano per davvero!
È nel veder la sua opera compiuta, che trova pace l’inferno dell’artista.
I miserabili troveranno il paradiso terrestre nell’Aldilà, i potenti non hanno bisogno di aspettare, l’hanno già trovato.
Quando siamo bambini l’inferno non è altro che il nome del diavolo sulla bocca dei nostri genitori. Poi questa nozione si complica, e allora ci rigiriamo nel letto nelle interminabili notti dell’adolescenza, cercando di spegnere le fiamme che ci bruciano, le fiamme dell’immaginazione. Più tardi, quando non ci guardiamo più allo specchio perché i nostri volti cominciano ad assomigliare a quello del diavolo, la nozione dell’inferno si trasforma in un piumone intellettuale e allora, per sottrarci a tanta angoscia, ci mettiamo a descriverlo. Giunti alla vecchiaia l’inferno è così alla portata di mano che l’accettiamo come un male necessario e lasciamo persino scorgere la nostra ansia di patirlo. Ancora più tardi, e adesso sì che siamo tra le sue fiamme, mentre bruciamo cominciamo a intuire che forse potremmo acclimatarci. Passati mille anni un diavolo ci chiede, con aria di circostanza, se soffriamo ancora; gli rispondiamo che l’abitudine ha una parte ben maggiore della sofferenza. Alla fine arriva il giorno in cui potremmo abbandonare l’inferno, ma rifiutiamo fermamente tale offerta. Chi rinuncia infatti a una cara abitudine?