Antonio Cuomo – Verità e Menzogna
Le nostre più sincere verità giacciono in fondo al pozzo del silenzio.
Le nostre più sincere verità giacciono in fondo al pozzo del silenzio.
Alla prima bugia dovremmo scappare, evaporare. Invece restiamo, paladine dei grandi sentimenti che poi vanno a fanculo. Crocerossine di cuore spappolato. Il nostro. Alla prima bugia dovremmo rispondere con un pugno e voltare le spalle. Invece restiamo e perdoniamo. Perdoniamo sempre noi. Tranne noi stesse. Ma le storie che si basano su omissioni e menzogne, in quelle vi affondano.
Il diavolo è il padre della menzogna. Dice la verità solo quando ti accusa dinanzi a Dio per il tuo peccato.
È il nascere che non ci voleva, ma ora è il crescere che non ci vuole. Fortuna che ci vorrà la morte.
Tutte quelle persone. Cosa fanno? Cosa pensano?Tutti dobbiamo morire, tutti quanti, che circo! Non fosse altro che per questo, dovremmo amarci tutti quanti, e invece no. Siamo terrorizzati e schiacciati dalle banalità, siamo divorati dal nulla.Per imparare non c’è niente di meglio, dopo uno sbaglio, che raccogliere le idee e andare avanti. E invece quasi tutti si fanno prendere dalla paura. Hanno così paura di sbagliare che sbagliano. Sono troppo condizionati, troppo abituati a sentirsi dire quello che devono fare. Prima in famiglia, poi a scuola e per finire nel mondo del lavoro.A volte non hai il tempo di accorgertene. Le cose capitano in pochi secondi. Tutto cambia. Sei vivo. Sei morto. E il mondo va avanti.Siamo sottili come carta. Viviamo sul filo delle percentuali, temporaneamente. E questo è il bello e il brutto, il fattore tempo. E non ci si può fare niente. Puoi startene in cima a una montagna a meditare per decenni e non cambierà una virgola. Puoi cambiare te stesso e fartene una ragione, ma forse anche questo è sbagliato. Magari pensiamo troppo. Sentire di più, pensare di meno.
Ora adopra la metà delle sue facoltà a illudere se stesso e l’altra metà a dare un’apparenza di ragione alle sue illusioni.
Levin vedeva che non avrebbe trovato in alcun modo il legame della vita di quell’uomo con i suoi pensieri. Evidentemente gli era del tutto indifferente la conclusione cui lo portava il suo ragionamento; aveva bisogno soltanto del processo del ragionamento. E gli risultava assai sgradevole che a volte il processo del ragionamento lo costringesse in un vicolo cieco. Questo soltanto non gli piaceva e lo evitava, spostando il discorso su un qualcosa di allegro e di piacevole. Quel caro Svijazskij, che si teneva le idee esclusivamente per uso pubblico e che con tutta evidenza aveva altri fondamenti di vita, segreti agli occhi di Levin, mentre con una folla, il cui nome era legione, guidava l’opinione pubblica attenendosi a idee a lui estranee.
Ho un debole per le persone “semplici”.
Ci sono persone talmente scontate che non sono nemmeno “classificabili”.
C’è crisi di “pazienza” di “sentimenti” ma soprattutto c’è crisi di persone “vere”.
Lui è fottuto, pensò Harry, e io sono fottuto. Siamo tutti fottuti, solo in modi diversi. Non c’è nessuna verità, non c’è nulla di reale, non c’è nulla.
Ci sono cose che sembrano non importanti e invece sono quelle a cui teniamo di più.
Chi fa progetti è un illuso, chi non fa niente e passa le giornate nell’indifferenza ha compreso.
Siamo tutti “vagabondi” in cerca di un posto “fisso” nel cuore di qualcuno.
Non ricercare mai la bellezza su un viso, quella può ingannare, cercala invece dentro un anima, quella è la bellezza che non sà mentire.
Spesso ci rifugiamo nella parola banale, per descrivere tutto quello che a noi complessivamente lo riteniamo: scontato, superficiale, brutto, ma non dimentichiamo la frase più banale spesso raccoglie semplicità, ma sopratutto verità.
Ciò che è razionale è reale, ciò che è reale è razionale.