Vincenza Molvetti – Stati d’Animo
Quanto sia profondo l’abisso dell’ignoranza umana non l’ho ancora compreso ma la superficialità che lo appartiene mi spaventa ancor di più.
Quanto sia profondo l’abisso dell’ignoranza umana non l’ho ancora compreso ma la superficialità che lo appartiene mi spaventa ancor di più.
Ti ho vista sbocciare come un fiore in primavera. Poi lentamente ti ho vista appassire, per poi seccare. Ancora peggio è stato vederti tramutare in un fiore di plastica, per coprire i tuoi difetti, quelli che facevano di te una persona che si faceva voler bene.
È quasi Natale; e dopo di lui arriverà la notte del 31. Ricordo ormai che sono almeno tre o quattro anni che in quella notte guardo il cielo con gli occhi colmi di lacrime mandando i miei auguri a chi non c’è più, a chi avrebbe dovuto esserci ma se ne è andato, a chi avrei voluto ci fosse ma è andata male. Guardo lassù, in quel buio cielo e mi ci rispecchio, ci sprofondo con il mio vuoto, le mie malinconie. Il calore delle lacrime mi fa sorridere un po pensando che ogni anno non cambia mai nulla. Per questo questa volta non alzerò gli occhi al cielo, non festeggerò niente per scelta perché niente è cambiato e ormai ho perso la speranza che qualcosa possa cambiare.
Affronta, combatti e vivi come se non ci fosse niente per fermarti. Ama, sorridi e sogna, perché ogni giorno e un nuovo giorno per imparare da i propri errori!
Se solo potessi strapparmi sto cazzo di cuore e mostrarglielo! Ma anche in quel caso lo scambierebbe per un’albicocca, un limone secco, un vecchio seme di melone.
Non mi piacciono le persone fragili. Come vetro si spaccano, e i frammenti tagliano.
Chi vede solo il buio dei momenti che vivi, non ha imparato ad apprezzare la tua luce, quella nascosta dentro ai tuoi occhi. Solo chi ti ama la sa trovare, è bravo a scovarla. Tutti gli altri non meritano, non possono stare nella tua vita.