Walter Di Gemma – Musica
Che tristezza quando i partiti politici o chi per essi, decidono chi sono gli artisti che rappresentano la “vera” cultura. Ancora più triste è vedere coloro che li ascoltano raggiungere in massa l’abbeveratoio.
Che tristezza quando i partiti politici o chi per essi, decidono chi sono gli artisti che rappresentano la “vera” cultura. Ancora più triste è vedere coloro che li ascoltano raggiungere in massa l’abbeveratoio.
Come si fa a definire “musica” un genere interamente fatto con i sintetizzatori!? Troppo comodo che una macchina ti tenga il tempo perfetto. Affidarsi completamente ad una macchina significa non essere musicisti. Per fare musica oltre alla creatività è indispensabile l’improvvisazione, lavoro mentale, esercizio. Un pezzo suonato con uno stesso strumento da due musicisti diversi non è uguale, ognuno ha la sua unicità nel tocco e a suonare è l’anima della persona. Questa è l’imprevedibilità e la bellezza del vero suonare!
L’unica cosa a cui teneva era la musica; l’unica che per lei era sempre presente; l’unica che non le avrebbe mai rivolto le spalle.
L’individuo profondo e quello superficiale hanno una cosa in comune: l’uno trova pesante l’altro.
Spesso mi tornano in mente cose che ho dimenticato negli anni. Ad esempio, l’altro giorno ho rivisto un mio duetto con Lionel Hampton, che serata. E quando mi ritrovai in un pianobar di via Veneto a Roma con Ella Fitzgerald e Oscar Peterson al pianoforte? Ero estasiato.
E ti stringerò nei miei pensieri pur quando o core dice no! Ti respirerò nel mio respiro non ti lascerò volare via…
Ci sono vecchie foto che riguardiamo con gioia, ci sembra di rivivere ogni cosa, osserviamo i nostri volti così “diversi”, a volte non esteticamente, ma nella sostanza che solo noi percepiamo, e ci riconosciamo con altre sensazioni, altri gusti. Di alcuni vissuti avvertiamo nuovamente stati d’animo e profumi, ricordiamo ogni particolare, di come stavamo in quel preciso momento, prima dello scatto. Ci sentiamo sia vicini che lontani, in uno strano effetto spazio-tempo. Poi ci sono altre foto, quelle che scorriamo veloci, che vorremmo avere già buttato, che quasi ci infastidiscono, che ci imbarazzano per come eravamo, con le nostre sofferenze e le nostre ingenuità, di cui sentiamo ancora un disagio misto a vergogna, immagini rovinate da quegli attimi che vorremmo dimenticare, da storie che non ci appartengono più, come vecchie fotografie di cui ci è rimasto soltanto il negativo.