Walter Di Gemma – Poesia
L’unica poesia che ho vissuto è quella che non ho scritto.
L’unica poesia che ho vissuto è quella che non ho scritto.
Non ci si può aspettare rispetto da chi non lo ha nemmeno per sé stesso.
Per certe facce sono d’accordo sull’uso del burqa.
L’arrivedercialla prossima seragoditi il dì.
Ah, ci sono tante cose fra cielo e terra, di cui soltanto i poeti hanno sognato qualcosa.
Dei nuovi poeti: è così raro che un uomo afferri se all’orizzonte sia una finestra d’ufficio a brillare, o se lì stia per sorgere un grande corpo celeste. (E quando quest’ultimo poi orbita in alto, essi riposano nelle loro alcove coperte, e rantolano, e sognano dei grassi zamponi delle segretarie; o che non hanno superato gli esami di maturità): per chi scrivono di fatto i poeti? Per l’unico loro simile su centomila? (Perché anche quei pochi su diecimila, che potrebbero semmai essere interessati, i contemporanei non li scoprono affatto, e sono fermi nel migliore dei casi a Stifter). – Noo!: io scrittore mai!
Una delle cose più vane è sperare nell’educazione degli altri.