Zsuzsa Bànk – Destino
Tengo i giorni chiari, quelli scuri li rendo al destino.
Tengo i giorni chiari, quelli scuri li rendo al destino.
Che cosa so del destino dell’uomo? Potrei dirvi di più a proposito dei ravanelli.
La salita ha un che di affascinante, talvolta ti da modo di riflettere su quanto stai lasciando alle tue spalle, a volte è un vissuto che ha creato dolore, a volte un modo per colmare un vuoto non riempito, altre solo voglia di provare a veder cosa c’è lassù, oltre il visibile, altre semplicemente un percorso obbligato per ritornare su terreni pianeggianti e tirare un respiro di sollievo… ero quasi arrivata e mi ritrovo all’inizio della risalita!
La vita è una commedia senza fine, il cui copione viene scritto giorno per giorno: il finale? Un’incognita con un’unica costante.
E mi ritrovo di nuovo qui sul punto dove immaginavo quell’amore inesistente. Sono qui a dirti addio, perché il vero amore che suscitavi per me, era inesistente. Ero io che me lo immaginavo nel mio mondo irreale, esistente.
Eravamo percorsi da impulsi opposti, caldo e gelo e distacco e frenesia; ci sembrava di essere in ritardo su tutto e di essere ancora in tempo per qualsiasi cosa, di andare molto veloci e di restare incollati all’asfalto.
Fu delizia a prima vista, bastò il suo viso, la sua voce per gustare il sapore della sua anima! Amori che sbocciano dentro ma forse seminati già dal tempo!