Alexandre Cuissardes – Vita
È da molto che sto rincorrendo me stesso, ma andiamo entrambi molto piano.
È da molto che sto rincorrendo me stesso, ma andiamo entrambi molto piano.
Uomo o donna non piangete mai, perché chi vi ama soffre nel vedervi piangere, chi vi invidia ride nel vedervi piangere.
La mezza età arriva quando comincia a vedersi intorno alla vita.
Non mi sento migliore di nessuno ma questo non significa certo che mi lasci mettere a tappeto da chiunque! Non sarò una “cima” ma posso assicurare che il mio cervello non solo pensa, ma capisce e elabora e quando poi decide, trae le conclusioni e non fa sconti!
Quando si perde la certezza di conoscere, non completamente ma almeno in parte, una persona, si cade nell’insicurezza dei propri mezzi percettivi, è difficile riprendere fiducia del proprio istinto, il timore che possa accadere ancora di rimanere deluse ti spinge a diventare più dura con te stessa e di conseguenza con chi ti circonda. E così s’innalza un muro, che ti dà la sensazione che tutto ciò che sta al di là non può più ferirti.S’incontrano, si conoscono un numero smisurato di persone nell’arco della propria vita che riescono piano piano a crepare fino a far cedere quel muro, il rancore che ne può derivare è non averlo permesso prima, troppo tempo è passato…, una seconda occasione c’è sempre per tutti, bisogna solo avere il coraggio di afferrarla.
La percezione del tempo è relativa, a meno che non si stia parlando dell’ultima volta che hai fatto la doccia.
Vago, perso e misero, ricercatore di semplici aspetti ormai svaniti. Ricerca disperata la mia, vorrei un senso, vorrei vedere attraverso questo esistere, i volti… attraverso i quali sguardi riluce la semplicità di un’azione, che magari non ha motivazione di estraniarsi dal bene. Ricerco il mio essere uomo tra questi cocci di speranze, trovando solo maschere che in questa vita illusoria si affinano in anime che credono il loro agire sia giusto, eppure, il contorno, parla solo e in ogni occasione dell’Amore. Lo narra l’uccelletto che dinanzi all’alba gli dedica il suo melodioso canto, come il proclamare della rinascita in tutte le forme viventi, il loro moto è l’amore… non hanno pigrizie, il mare mai ferma il suo ondeggiare, mentre il giorno e la notte s’inseguono in un dolce conseguire. Noi in tutto questo che rappresentiamo? Chi siamo noi? Gli esseri eletti di Dio, i proclamatori di che cosa? Non abbiamo più passato, non abbiamo più nome, crediamo ma forse in realtà non siamo mai esistiti, perché in quella fede noi non figuriamo! Perché in Dio più non confidiamo.