Mariella Buscemi – Desiderio
Ogni tanto, di notte, ci si rompe dentro. Si sente, allora, l’estremo bisogno di lavarsi di ciò che si è avuto addosso, per avere la sensazione di potersi fare toccare da ciò che si desidera davvero.
Ogni tanto, di notte, ci si rompe dentro. Si sente, allora, l’estremo bisogno di lavarsi di ciò che si è avuto addosso, per avere la sensazione di potersi fare toccare da ciò che si desidera davvero.
Non chiedo più nulla perché più si chiede più ci si aggrappa alla speranza di avere… più non si ottiene nulla più scaturiscono illusione e delusione.
Presenze assenti. Ingombranti. Anche l’anima diventa fantasma, così. Se vedi il mio bisogno, non aspettare che io ti chieda. Non elemosino, ma aspetto. Non aspetto che tu mi dia, ma che mi doni.
Ascolta il mio furore quando s’alza dal mare che tanto appaio in tempesta quanto sono più sfinita, pronta all’urlo dello squarcio, vicina alla rovina, allo sconquasso ed aspetto il vento che mi gonfi come s’io fossi vela, ma dallo strappo s’insinua disperdendo la sua forza.
La vita si vive, si attraversa, si assapora, si combatte come un estremista, ci si lascia scoppiare per ricomporsi sotto forme inaspettate e vincenti.
Il desiderio è una malattia degli occhi.
Ci sono ciao che fanno il cuore più leggero, felice. E poi ci sono ciao che vanno detti per far spazio nel cuore a chi, con quel ciao, vuol dire: ti voglio ancora rivedere.