Sonia Sacco – Destino
È difficile voltare pagina, è complicato ricostruire ed è sfiancante accontentarsi. Gli equilibri sono effimeri. Basta un alito di vento, una leggera incertezza e si cade nelle gelide acque dell’ipocrisia.
È difficile voltare pagina, è complicato ricostruire ed è sfiancante accontentarsi. Gli equilibri sono effimeri. Basta un alito di vento, una leggera incertezza e si cade nelle gelide acque dell’ipocrisia.
Sarebbe andando anche meglio di quanto si potesse sperare. Ma dopo l’infausto 1999 tutto è perduto nell’ipocrisia dell’autorità celeste, nella morte e caduta di ogni cosmo e realtà, che il Creatore ha il coraggio e la pazzia di chiamare vita.
Non voglio una vita che mi passi tra le mani, voglio una vita che stia nelle mie mani, il tempo di stringerla, stropicciarla, plasmarla o semplicemente guardarla e poi lasciarla andare e prenderne un altra parte il tempo di stringerla, stropicciarla, plasmarla o semplicemente guardarla, e poi lasciarla andare e prenderne un altra parte…
Il destino è segno di rassegnazione e non di speranza! Io non credo nel destino!
Nel grande “cerchio” che ognuno di noi disegna, dalla nascita alla morte, nella propria “tela”, (che viene tessuta nel composto organico della materia di cui siamo elemento e complemento), si realizzano dei sentieri; alcuni tortuosi, altri dissestati, in salita, in discesa, dritti con il rischio, a volte, di precipitare in burroni, fossi, fango, trappole, buche.Adesso, esistono due soluzioni per cercare di conoscere “il sentiero o la strada” che ognuno di noi percorrerà nella propria vita; il primo è in via d’estinzione poiché stiamo perdendo una tra le più grandi abilità che l’uomo possieda, a volte, senza esserne cosciente: la capacità all’ascolto – non siamo più in grado di “ricevere”, a stento di comunicare – ma non si comunica nulla o poco se non si ascolta partendo da qualsiasi forma d’ascolto; dal sorriso di un bimbo, primo elemento che impara all’essere umano quale ricchezza egli possieda, all’ascolto di un anziano che arranca nel completare un discorso ma nel quale vi sono insite poche frasi cariche di storia ove se si è stati vigili e attenti si può trascrivere nel proprio registratore personale dell’esperienza, “la nostra mente”, le cadute, le salite, discese e quei labirinti dal quale tante volte pensiamo di non uscirne più.Il secondo elemento, anch’egli in via d’estinzione, è l’umiltà.L’equazione dei due elementi “ascolto & umiltà” regala a ciò che rimane oggi dei rapporti umani, di questo genere umano, quei brevi e sempre più rari momenti di assoluta condizione di elevazione a quella “stimolante e conveniente” superficialità con cui abbiamo imparato a vivere la vita che ci è stata concessa.
Chi è più saccente, chi vuole raggiungere l’immortalità uccidendo e depredando, o chi dice che queste cose si annullano invece, in una falsa mensa di inganni? Solo il futuro sa le risposte.
Il “Genio” è irrimediabilmente condannato ad un triste destino.Non potrà mai godere del suo trionfo, ma potrà solamente disperarsi per i suoi fallimenti.