Enzo Di Maio – Destino
Non so cosa mi riserverà il domani, ringrazio però Dio per avermi fatto vivere ieri.
Non so cosa mi riserverà il domani, ringrazio però Dio per avermi fatto vivere ieri.
È assai opportuno diffidare di colui che pensa che il bene nelle piccole cose non ha valore e che liberarsi del male in piccolo non ha importanza. Il destino di costui sarà quello di progredire nella via del male, perdendo il senso di ciò che è bene.
E così, uccidendo a protezione del suo messaggero e forse dei suoi profeti, non si rese conto del più alto araldo che gli recava i richiami della storia, se non troppo tardi, a tempo scaduto.
Ogni cosa è legata ad un’altra: senza quel legame il quadro si spezza e rimane incompleto; e tu resti confuso.
Sai di essere sul treno giusto solo quando sei partito.
Avvertire circa la pericolosità di una direzione, non vuol dire intimidire con discorsi inconsistenti, né si vuole il male per chi la sceglie, anzi. Da ben altre direzioni giunge questo male invisibile, potente, in cui si ripone fiducia. La vittima non può fare altro che dimostrare l’esattezza di conoscenze in superficie, visibili, dati di fatto, intimidiscono solo perché mettono in discussione il proprio agire, la solidità ingannevole di una nuova struttura. Dico: il mio spirito consuma l’intera struttura come una “droga” di cui non si può più fare a meno, ma che lo sta distruggendo, e crollerà alla fine, la struttura di Dio, dell’Architetto, il creato insieme al creatore, la Mente insieme al corpo. Dato di fatto che potrebbe vedere anche Lui. Minaccia? Suggerimento. Se un’azione porta il collasso e la morte, chi dice di volere la pace, la giustizia e la vita, interrompa l’azione, se è fedele alla dottrina che insegna. La vittima non può far niente per evitarlo, solo… guardare lo spettacolo. Posso dispiacermi per questo creato, ma è di Dio, non mio. Non si può paragonare quindi il mio rincrescimento con lo strazio che dovrebbe provare il Padre verso la rovina perenne della sua creatura, della sua costruzione di stelle e di mondi, della sua stessa vita e del Figlio unigenito. Cambiare i nomi dei suoi figli per evitarlo è una superficialità che da Lui non mi aspettavo, contro cui sta andando a sbattere: cambiare nome non cambia l’essenza, la sostanza, che resta uguale, come un vestito non cambia chi lo indossa.
Ciò che ti è stato destinato verrà trovato, ma ciò che non è stato aggiunto al tuo destino, non riuscirai ad averlo nemmeno se ti sfiora da quanto ti è vicino.