Marco Di Francesco – Destino
Certe coincidenze a volte lasciano senza parole… nessuna parola riesce a spiegarle e la ragione non arriva a capirle.
Certe coincidenze a volte lasciano senza parole… nessuna parola riesce a spiegarle e la ragione non arriva a capirle.
Dovevo fare una scelta e così mi affidai ad una moneta. Dentro di me sapevo quello che realmente volevo ma ero indeciso, avevo paura. Alla fine decisi ugualmente di lanciarla, mi preparai. Tremavo perché ciò che scaturiva doveva essere la mia scelta. La mano sudava, il cuore batteva. Per la strada non passava nessuno, ero io stesso il giudice, l’arbitro che doveva verificare la correttezza… sceglierò ciò che esce… ma all’improvviso, quando ero quasi pronto mi si avvicina un bambino malconcio, sporco, denutrito ma con un sorriso meraviglioso. Lui non mi chiese nulla mi guardava. Non aveva scelto, lo aveva fatto qualcuno al suo posto ed ora stava cosi a pagarne le conseguenze. Smisi di sudare, aprii la mia mano e diedi a lui quella moneta. O testa o croce, quella era la miglior scelta che potevo fare.
A volte ho come l’impressione di essere l’unica ad accettare i difetti altrui. I miei invece, me li fanno pesare come fossero palle di cannone. E non contenti, me li scagliano addosso!
Spesso ci fissiamo a scrutare un solo punto del nostro orizzonte, dimenticandoci che esistono altri punti cardinali, altre prospettive e di conseguenza altre vedute.
Imprigionata tra le soffocanti spire del destino.
Gli dèi giocano con la nostra vita come un fanciullo vicino a uno stagno spinge al largo la sua barchetta ogni volta che le onde la riportano vicino a riva.
Il futuro toglie incanto all’ora presente più di quanto il presente non tolga l’incanto al passato.