Henrik Ibsen – Destino
ELLING: E, se mi é permesso chiedere, qual é il vostro destino? : Essere il tredicesimo a tavola.
ELLING: E, se mi é permesso chiedere, qual é il vostro destino? : Essere il tredicesimo a tavola.
Siamo stelle sparse nel cosmo, ognuno con i propri sogni, con il proprio destino ad inseguire un cuore, un volere, un infinito cammino.
Il destino, quando apre una porta, ne chiude un’altra. Dati certi passi avanti, non è possibile tornare indietro.
Mai e Sempre sono due parole che non dovremmo mai pronunciare, perché non puoi sapere come andrà a finire.
Avevo perso le speranze, ma il destino mi ha fatto capire che mi stavo sbagliando. Me lo ha fatto capire in malo modo, sprigionando tutte le sue ire, ma ora dico che ne è valsa la pena e quel modo era l’unico in grado di darmi un prepotente scossone. Mi sta regalando persone che non mi sarei nemmeno lontanamente sognata di aver accanto, quelle persone fatte su misura.
Non è il colore della maschera, il vestito, l’apparenza ottenuta con la morte e il desiderio di cambiare, ma il colore che c’è dietro.
Ad un appuntamento puoi scegliere di non andare, ma ci sono appuntamenti col destino a cui non si può mancare, ti ritrovi li e lui entra senza bussare, scacco matto.Con il destino puoi essere il giocatore più abile del mondo ma se lui sceglie di capovolgere la partita non vi è alcuna mossa che tu possa fare.