Emilio Rega – Economia e Finanza
Checché ne pensino gli economisti genialità e legge del mercato non vanno d’accordo.
Checché ne pensino gli economisti genialità e legge del mercato non vanno d’accordo.
Adriano Olivetti si poneva sessant’anni fa questi quesiti: “Può l’industria darsi dei fini? Si trovano, questi fini, semplicemente nei profitti? O non vi è qualcosa di più affascinante, una trama ideale, una destinazione, una vocazione?” Per tutta la vita Adriano s’impose di ricordare un ammonimento di suo padre Camillo, fondatore dell’azienda Ivrea: “Ricordati che la disoccupazione è la malattia mortale della società moderna; devi lottare con ogni mezzo affinché gli operai di questa fabbrica non abbiano a subire il tragico peso della miseria avvilente che si accompagna alla perdita di lavoro.” Adriano commentava: “Il lavoro dovrebbe essere una grande gioia ed è ancora per molti tormento, tormento di non averlo, tormento di fare un lavoro che non serva, non giovi ad un nobile scopo.”
Se mamma Italia, non la smette di fare debiti,i prossimi suoi nipoti, non li porterà la cicogna,ma la finanziaria!
Chi ha un minimo senso di responsabilità per il futuro della specie umana, non può non opporsi alla realizzazione delle grandi opere con cui si vuole rilanciare la crescita economica al livello della potenza tecnologica raggiunta.
Che senso avrebbe la nostra vita se non credessimo nella redenzione?
Banche fornaci aperte soltanto per sottrarre denari e restituire del pianto.
Dopo lo scorso decennio coi tango bond, adesso è ora di ballare coi nostri fango bot.