Artemisia Pirla – Felicità
Sei tu la mia ricompensa di tanta sofferenza: adesso siamo noi, solo noi.
Sei tu la mia ricompensa di tanta sofferenza: adesso siamo noi, solo noi.
I pensieri volano verso la strada maestra, delineando un orizzonte di arcobaleno. In cui le note musicali brillano, illuminando l’universo. Gli occhi scintillano alla bellezza universale, il cuore gioisce. In un attimo la tristezza assale i pensieri: cosa rimarrebbe di bello se tutto svanisse?
Che cosa strana sembra essere questa che dagli uomini viene chiamata piacere; e come sorprendentemente essa, per sua natura, si trova con quello che sembra il suo contrario: il dolore. Ed essi tutti e due insieme non vogliono coesistere nell’uomo, ma se poi qualcuno insegue l’uno di questi e l’afferra, egli, in un certo modo, è obbligato a prendere anche l’altro, come fossero attaccati ad un sol apice, pur essendo due.
Ci sono giorni in cui credo di morire per un’overdose di soddisfazione.
Quando sei felice, veramente felice, godi di una quasi immortalità spirituale dove nulla può scalfirti o ferirti, ma tornando alla congiunzione… “quando”?
Aveva voglia di ridere, di piangere, di ballare, di cantare. Aveva voglia di urlarlo al mondo intero. Era felice. Sì lo era. Come un bambino davanti al più bello dei regali di Natale, come una ragazzina alla sua prima uscita pomeridiana, come forse solo l’innocenza della giovane età, ti permette ancora di esserlo. Lei era felice e non riusciva a smettere di volare.
Esiste qualcosa di più alto della felicità; qualcosa che non si può descrivere ne comprendere con la mente, qualcosa che può essere intuito solo nei nostri desideri utopistici più nascosti.