Maura Andronic – Figli e bambini
Quando ero piccola dicevo abracadabra tante volte, così tante volte che oggi vorrei ricordarmi quanto ci credevo!
Quando ero piccola dicevo abracadabra tante volte, così tante volte che oggi vorrei ricordarmi quanto ci credevo!
I figli sono un dono del Divino, non si permetti che si violi la loro serenità.
Se hai un figlio che soffre, tu non sei nessuno.
Quando lascerai tuo figlio, fa in modo che abbia trovato sé stesso: è in questo il tuo solo successo.
Nella vita bisognerebbe poter imparare senza essere condizionati, ma non esiste insegnamento senza condizionamento.
Dico: “Certo, Mamma. Scusami, ho un sonno tremendo.” Mi metto a letto e prima di addormentarmi parlo mentalmente a Lucas, come faccio da molti anni. Quello che gli dico è più o meno la stessa cosa di sempre. Gli dico che se è morto, beato lui, e che vorrei essere al suo posto. Gli dico che gli è toccata la parte migliore e che sono io a dover reggere il fardello più pesante. Gli dico che la vita è di un’inutilità totale, è nonsenso, aberrazione, sofferenza infinita, invenzione di un Non-Dio di una malvagità che supera l’immaginazione. Sarah non la rivedo più. Certe volte mi sembra di riconoscerla per strada, ma non è mai lei.
Tre cose ci sono rimaste del paradiso: le stelle, i fiori e i bambini.
I figli sono un dono del Divino, non si permetti che si violi la loro serenità.
Se hai un figlio che soffre, tu non sei nessuno.
Quando lascerai tuo figlio, fa in modo che abbia trovato sé stesso: è in questo il tuo solo successo.
Nella vita bisognerebbe poter imparare senza essere condizionati, ma non esiste insegnamento senza condizionamento.
Dico: “Certo, Mamma. Scusami, ho un sonno tremendo.” Mi metto a letto e prima di addormentarmi parlo mentalmente a Lucas, come faccio da molti anni. Quello che gli dico è più o meno la stessa cosa di sempre. Gli dico che se è morto, beato lui, e che vorrei essere al suo posto. Gli dico che gli è toccata la parte migliore e che sono io a dover reggere il fardello più pesante. Gli dico che la vita è di un’inutilità totale, è nonsenso, aberrazione, sofferenza infinita, invenzione di un Non-Dio di una malvagità che supera l’immaginazione. Sarah non la rivedo più. Certe volte mi sembra di riconoscerla per strada, ma non è mai lei.
Tre cose ci sono rimaste del paradiso: le stelle, i fiori e i bambini.
I figli sono un dono del Divino, non si permetti che si violi la loro serenità.
Se hai un figlio che soffre, tu non sei nessuno.
Quando lascerai tuo figlio, fa in modo che abbia trovato sé stesso: è in questo il tuo solo successo.
Nella vita bisognerebbe poter imparare senza essere condizionati, ma non esiste insegnamento senza condizionamento.
Dico: “Certo, Mamma. Scusami, ho un sonno tremendo.” Mi metto a letto e prima di addormentarmi parlo mentalmente a Lucas, come faccio da molti anni. Quello che gli dico è più o meno la stessa cosa di sempre. Gli dico che se è morto, beato lui, e che vorrei essere al suo posto. Gli dico che gli è toccata la parte migliore e che sono io a dover reggere il fardello più pesante. Gli dico che la vita è di un’inutilità totale, è nonsenso, aberrazione, sofferenza infinita, invenzione di un Non-Dio di una malvagità che supera l’immaginazione. Sarah non la rivedo più. Certe volte mi sembra di riconoscerla per strada, ma non è mai lei.
Tre cose ci sono rimaste del paradiso: le stelle, i fiori e i bambini.