Giuseppe Cepparulo – Figli e bambini
Papà ma perché muoiono sempre le persone migliori, se tu vai in giardino, quali fiori strappi, quelli belli o quelli brutti?
Papà ma perché muoiono sempre le persone migliori, se tu vai in giardino, quali fiori strappi, quelli belli o quelli brutti?
Se finisse veramente il mondo vorrei dire a mio figlio che lui è la cosa più bella che la vita mi ha regalato. Un premio? Un regalo? No non proprio, Ma una parte di me che continuerà a vivere oltre me. Lui è il mio sorriso quando non ha forza di nascere, la luce dei miei occhi quando la mia strada si fa buia. Il calore in una fredda notte solitaria, la vibrazione dell’anima quando ti senti morto, la mia bussola quando sono persa, il mio contenuto quando sono vuota. Lui l’essere più bello e grande di qualsiasi altro essere. Lui come ogni bambino vanta della capacità di saperti ripagare con un semplice sorriso ogni dolore, ogni arrabbiatura è quella capacità che purtroppo crescendo spesso perdiamo. A lui e per lui sprecherei le mie ultime parole per dirgli amore mio sei e sarai sempre l’unico uomo che conta per me.
Nelle mie mani ho raccolto i fiori sbocciati nel giardino del tuo ventre.
L’amore è come il sapere. Se i figli non apprendono, da grandi non hanno il sapere. Il tuo amore non basta per far sì, che tuo figlio da grandi sappiano amare. Devono apprender per saper amare.
Insegniamo ad amare ai bambini e ai grandi che non sanno più farlo.
L’amore per i figli gli gravava sul cuore col peso di tre grosse pietre. C’erano tutti i suoi innominati timori per loro, e le sue speranze. C’era tutto ciò che non aveva il potere di cambiare, compreso quello che erano: uno troppo mite, uno troppo facilmente tentato dalla crudeltà, e la bambina (sul suo cuore il peso di una grossa pietra) che era ancora un mistero, impossibile indovinare di cosa avrebbe avuto bisogno nella vita.
I bambini, la purezza della vita!