Giuseppe Catalfamo – Filosofia
Si diventa filosofi perché non si “capisce”.
Si diventa filosofi perché non si “capisce”.
L’animale vive in modo non storico, poiché si risolve nel presente, l’uomo invece resiste sotto il grande e sempre più grande carico del passato: questo lo schiaccia a terra e lo piega da parte. Per ogni agire ci vuole oblio: come per la vita di ogni essere organico ci vuole non solo luce, ma anche oscurità. La serenità, la buona coscienza, la lieta azione la fiducia nel futuro dipendono dal fatto che si sappia tanto bene dimenticare al tempo giusto, quanto ricordare al tempo giusto.
Dallo stesso tempo derivano le origini del sommo bene ed il godimento di esso.
Alla morte di ogni giorno si risponde con la vita di tutti i giorni.
È molto difficile cambiare le proprie abitudini, riuscirci comporta un grosso sforzo di volontà, premiato principalmente dal sapore della vittoria e del risultato.
Non è necessario che la “vita” debba avere occhi o cervello o cuore. La “vita” è anche buia sincronia o cosmico istinto.
Il tempo non esiste.Il tempo inteso come un susseguirsi di attimi concatenati non esiste.Ci sono gli attimi, è vero, uno separato dall’altro, e ci siamo noi, che infiliamo le nostre vite in mezzo a loro, per collegarli.Ma, preso da solo, senza qualcosa che scorra, il tempo non esiste.Esistono solo attimi fermi immobili, senza nessuno che li attraversi.