Antonio Prencipe – Filosofia
Molte volte per non soffrire bisogna lasciar vincere l’ignoranza.
Molte volte per non soffrire bisogna lasciar vincere l’ignoranza.
Oh! Quanto giova la cecità degli occhi al veder chiaro!
Non ha alcuno senso sperare nel proprio sbagliare! Ma c’è un significato nel vedere sfumare le proprie conclusioni per evitare le solite dolorose delusioni! E allora si che ci sarebbe almeno un senso in questo mondo senza senso!
Vale la pena di morire per continuare a vivere, per far si che un giusto sorriso, diventi il sorriso di un giusto. Vale la pena di morire, affinché una sofferenza temporanea, non divenga un’eterna sofferenza. Per raccontare ad altri, che l’altro è importante come te. Vale la pena di morire per sapere per chi sei vissuto, perché sei nato e se ciò che hai sempre immaginato è vero, come ciò in cui hai sempre creduto. Per capire cosa veramente è importante e cosa invece non lo è. Vale la pena di morire per lasciare ad altri l’eredità di quel che sei stato e di quello che hai imparato. Per chiarire quello che hai fatto e per cosa hai lottato… se mai hai combattuto. Vale la pena di morire per una carezza ricevuta e per una appena data, ma vale anche la pena di vivere fino all’ultima stilla, perché la vita non è una pena, ma una stella che una sola volta brilla.
Molte persone remano contro di me, ma fin quando io sarò con me stesso porterò la mia barca oltre gli oceani.
Non si raggiunge l’equilibrio se prima non ti senti in bilico. Semplicemente perché non è una condizione innata, ma necessaria alla sopravvivenza.
Un discorso è vero quando contiene due oggetti tra i quali esista un rapporto di esattezza, in altre parole una verità è esatta quando è composta da due elementi in rapporto di esattezza, come ad esempio il binomio che “parla” di due contrari, chiaro-confuso.