Honoré de Balzac – Filosofia
Non è più la morbidezza del fiore, ma vi è del grano disseccato, pieno, fecondo, che rende sicura la stagione invernale.
Non è più la morbidezza del fiore, ma vi è del grano disseccato, pieno, fecondo, che rende sicura la stagione invernale.
Non voglio farti soffrire,Ma ora penso a me.
Quando tacio, perché penso,e quando parlo so cosa dico.
Se sono certo che niente lo sia… la certezza che niente sia certo non esiste… qualcosa di certo dunque esiste.Se ora sono certo che tutto lo sia… la certezza che tutto sia certo esiste… tutto quindi è certo… su cosa si basano allora le nostre incertezze?
Tùndalo, filosofo impossibilista, scandagliava un giorno il suo viso nella specchiera di una locanda e diceva fra sé: “Vedo due sopraccigli, due occhi, due narici, e due orecchi. Perché mai Dio ci ha dato una sola bocca? Eppure io penso che ci vorrebbe una bocca per divorare, per mordere, per vomitare e per urlare e un’altra bocca per sorridere, per baciare e per cantare”.
Siamo talmente attaccati alle cose terrene che ci preoccupiamo del nostro status anche dopo la morte.
Come tutti i miei simili incarnati su questo orbe terracqueo, sono uno spirito errante abbigliato in un abito di carne e ossa ben aderente al mio perispirito. Una veste temporanea piuttosto carnosa e massiccia che a volte arriva a soffocarmi e a togliermi per un attimo le energie vitali, ma della quale, almeno per ora, non posso fare a meno.