Vincenza Molvetti – Libri
Libri… quante volte, con amore e dedizione, o con disinvoltura e distrazione, vi ho letti, tutti di un fiato o molto lentamente… pur sapendo, inconsciamente, che eravate più voi a leggere me.
Libri… quante volte, con amore e dedizione, o con disinvoltura e distrazione, vi ho letti, tutti di un fiato o molto lentamente… pur sapendo, inconsciamente, che eravate più voi a leggere me.
Non credo alla funzione sociale degli scrittori.
Una cosa ho deciso dentro di me: se alla fine scopriremo che Mina è destinata a diventare un vampiro, allora non intraprenderà da sola quel cammino sconosciuto e terribile.
L’uccello con la spina nel petto, segue una legge immutabile; è spinto da non sa che cosa a trafiggersi, e muore cantando. Nell’attimo stesso in cui la spina lo penetra, non ha consapevolezza della morte imminente; si limita a cantare e a cantare, finché non rimane più vita per emettere una sola altra nota. Ma noi, quando affondiamo le spine nel nostro petto, sappiamo. Comprendiamo. E lo facciamo ugualmente. Lo facciamo ugualmente.
Nell’essere cosi concepito non sussiste la minima dualità, è ciò che esprimiamo dicendo che la densità d’essere dell’in-sé è infinita. Esso è il pieno L’in-sé è pieno di se stesso e non si potrebbe immaginare una pienezza più totale, una adeguazione più perfetta di contenente e contenuto nell’essere non sussiste il minimo vuoto, la minima incrinatura, attraverso cui possa insinuarsi il nulla.
Non ho mai cercato le parole per scrivere un’emozione. Sono loro che, nelle mie notti insonni, mi vengono a trovare.
I due uomini apparvero dal nulla, a pochi metri di distanza nel viottolo illuminato dalla luna. Per un istante rimasero immobili, le bacchette puntate l’uno contro il petto dell’altro; poi si riconobbero, riposero le bacchette sotto i mantelli e si avviarono rapidi nella stessa direzione.”Novità?” Chiese uno dei due.”Le migliori possibili” Rispose Severus Piton.