Nicholas Sparks – Libri
Stava seduto a guardarla, chiedendosi che cosa pensasse o se pensasse. Il suo mondo era un mistero.
Stava seduto a guardarla, chiedendosi che cosa pensasse o se pensasse. Il suo mondo era un mistero.
La lettura è sacra… chi sa leggere, sa vivere e pensare.
Sai dire quanto amore hai dentro? Un chilo? Un litro?Non lo sai eh?E allora lascia perdere la matematica.Inventa quello che non c’è.Perché quello che c’è è di tutti.Ma se riesci a trovare quello che non c’è, beh, allora hai qualcosa di solo tuo.E se qualcuno altro vede quello che vedi tu, beh, allora hai trovato qualcuno che ti vive.Non lasciarlo fuggire. Fermalo! Vivilo! Scrivilo!Le storie sono come le persone.Non sono fatte per stare sole.Da qualche parte nel mondo c’è qualcuno che vive una storia che si specchia con la tua.Guardati intorno!Quel qualcuno non è lontano da te.È l’altra metà del libro.Non perdere tempo a scrivere altre pagine…Cercalo!Il resto lo scriverete insieme.Perché non c’è niente di più riuscito di due storie che s’intrecciano.
Due esseri che si amano, soli, isolati dal resto del mondo… è molto bello! Ma di che cosa parlerebbero tutto il tempo? Per quanto spregevole sia il mondo, essi ne hanno bisogno per potersi parlare.
Il dolore di Jacob aveva sempre stimolato il mio lato protettivo. Non c’era un motivo razionale, visto che Jake non aveva bisogno della scarsa protezione fisica che gli potevo offrire. Ma le mie braccia, bloccate da quelle di Edward, desiderarono raggiungerlo. Avvolgersi al suo petto ampio e caldo, in una promessa muta di conforto.
Il fatto che cani e porci pubblichino libri e vendino 500 mila copie, ci dimostra come stiamo svalutando l’arte del scrivere.
Le scappava già un po’. La sentiva spingere sulla vescica, come uno spillo conficcato dentro la pancia. Non ce l’avrebbe fatta nemmeno oggi, ne era sicura.Ogni mattina lo stesso. Dopo colazione si chiudeva nel bagno e spingeva, per svuotarsi di tutta la pipì. Rimaneva sul water a contrarre gli addominali finché dallo sforzo non le prendeva una fitta alla testa e le sembrava che gli occhi le sgusciassero dalle orbite, come la polpa dell’uva fragola se schiacci l’acino. […]Tanto non serviva a niente. Arrivata in fondo alla prima seggiovia le scappava sempre così forte che era costretta a sganciarsi gli sci, ad accovacciarsi nella neve fresca, un po’ in disparte, a fingere di stringersi gli scarponi e intanto a fare la pipì.