Barbara Goti – Matrimonio
L’indifferenza negli occhi della persona con la quale trascorriamo la vita è peggio d’una violenza, peggio d’uno schiaffo o d’un insulto. È gelo quotidiano.
L’indifferenza negli occhi della persona con la quale trascorriamo la vita è peggio d’una violenza, peggio d’uno schiaffo o d’un insulto. È gelo quotidiano.
Perché la donna che diceva di amarmi aveva lasciato che la sua insoddisfazione mettesse artigli e lunghi denti e diventasse il mostro che poi ha finito per dividerci, invece che semplicemente e naturalmente rendermene partecipe? Perché non ci si capisce mai davvero? Perché ci si ama, si arriva a sentirci un tutt’uno con l’altra persona, come se davvero fossimo due metà di un unico insieme e poi un niente, un nonnulla o un nessuno, bastano per separarci di nuovo e farci tornare due unità separate, due sconosciuti, due ricordi, come se l’altro fosse soltanto una vecchia canzone che ci piaceva e che abbiamo a lungo ascoltato in un tempo lontano, ma di cui oramai ricordiamo a stento il ritornello?
Il corteggiamento sta al matrimonio come un prologo molto spiritoso a una noiosa commedia.
Che cos’è la felicità si saprà soltanto dopo essersi sposati; ma allora sarà troppo tardi.
Non basta criticare un marito, è necessario anche elogiare quello delle altre.
Compra una pelliccia a tua moglie, se non vuoi che finisca a letto con l’orso!
Ci vuole una vera fede anche solo per supporre che, un semplice cerchietto, infilato al dito anulare della mano sinistra, possa sancire, per sempre, l’unione di due individui.