Edvania Paes – Morte
La morte più crudele è quella che ti permette di continuare a respirare.
La morte più crudele è quella che ti permette di continuare a respirare.
Sto per intraprendere il mio ultimo viaggio, un grande salto nel buio.
Un omicidio è sempre un omicidio. Che sia a fin di bene, che sia per difesa o un sacrificio per salvare molte altre persone, resta sempre un omicidio. Uccidere un uomo resta pur sempre un crimine.
La morte è l’unica cosa che riesce a spaventarmi. La detesto perché oggi si può sopravvivere a tutto tranne che a lei. La morte e la volgarità sono le uniche due realtà che il diciannovesimo secolo non è riuscito a spiegare.
Possiamo chiudere gli occhi, ma non spegnere i pensieri.
Morire? Che mi importa: quello che dovevo fare l’ho fatto e nonostante tutto.
Mi sveglio e inizio a sentire un forte dolore al cuore, abbasso lo sguardo e lo vedo sanguinare. Mi sento fragile, ho mani fredde, il mio corpo non risponde. Mi lascio perdere, oramai è finita, sono stato abbattuto per l’ennesima volta! Mi passan davanti tutti i miei bei ricordi e tutto il male che ho ricevuto e sono riuscito a dare per difendermi, sono stanco, molto stanco. Scuoto la testa un po’ verso destra per intravvedere uno spiraglio di luce e noto un limpido e accecante fascio bianco. Oh, ahimè, eccoli! Sono scesi sulla terra per venirmi a prendere. Sono pronto mio signore, ti ringrazio per avermi dato l’opportunità di resistere fino adesso, ma sono stanco, molto stanco. Questo mondo non è mio, non è mai stato mio, esiste molta ipocrisia, invidia e gelosia sulla nostra via, impossibile abbatterla da solo. Mi lascio andare, i miei occhi si chiudono e il mio corpo e il mio cuore smettono di vivere. Addio mondo cattivo, addio.