Pino Scotto – Morte
Mi vesto di nero perché è morta l’intelligenza.
Mi vesto di nero perché è morta l’intelligenza.
La morte é il fatto più spiacevole che la Natura deve nascondere, e vi riesce egregiamente.
Credo che la cosa migliore sia andarsene con un pensiero felice, che ci faccia sorridere serenamente.
Mi sveglio e inizio a sentire un forte dolore al cuore, abbasso lo sguardo e lo vedo sanguinare. Mi sento fragile, ho mani fredde, il mio corpo non risponde. Mi lascio perdere, oramai è finita, sono stato abbattuto per l’ennesima volta! Mi passan davanti tutti i miei bei ricordi e tutto il male che ho ricevuto e sono riuscito a dare per difendermi, sono stanco, molto stanco. Scuoto la testa un po’ verso destra per intravvedere uno spiraglio di luce e noto un limpido e accecante fascio bianco. Oh, ahimè, eccoli! Sono scesi sulla terra per venirmi a prendere. Sono pronto mio signore, ti ringrazio per avermi dato l’opportunità di resistere fino adesso, ma sono stanco, molto stanco. Questo mondo non è mio, non è mai stato mio, esiste molta ipocrisia, invidia e gelosia sulla nostra via, impossibile abbatterla da solo. Mi lascio andare, i miei occhi si chiudono e il mio corpo e il mio cuore smettono di vivere. Addio mondo cattivo, addio.
Cominciai a contare le mie mosse dal momento in cui la morte mi sfidò a scacchi.
Se la morte mi troverà mentre vivo la mia vita intensamente forse avrà soggezione e ripasserà più tardi.
L’ultimo momento cosciente, in cui potremo dire “io”, sarà quello in cui muoriamo. Il resto è un grande punto interrogativo.