Marco Fernando Righi – Morte
Il sogno non ha anticamere, così come la morte.
Il sogno non ha anticamere, così come la morte.
Dopo la morte riestituiremo i nostri atomi al flusso della materia, nel universo, diventeremo polvere di stelle.
È strano come a volte il ricordo della morte sopravviva molto più a lungo della vita che essa ha rubato.
Una donna sempre pia e timorata di Dio, alla morte del suo unico grande amore, rinnega tutto, tutto in quel che ha creduto e amato. Non ama niente, non si capacita all’idea che persone con grandi doti villane, restino sulla terra, mentre persone che lavorano sodo, e son amanti della buona vita vengono privati dagli affetti più cari in giovane età. La donna non ha pace, trova conforto nelle parole di un prete: donna se tu dovessi scegliere dei fiori da portare alla persona cara, e ti troveresti in un prato, quale sceglieresti? I fiori più belli e vivi di colore o quelli bui e spenti? Il nostro signore agisce così raccoglie dalla terra i fiori più belli.
Alla morte chiedo una sola grazia: che sia così clemente da prendermi nell’istante in cui la ragione mi abbandona.
La morte, la odio da morire ed ho una dannata voglia di ucciderla. Forse è per questo che io sono ancora vivo, malgrado la sua implacabile sete di vendetta verso di me.
Non possiamo non morire, in compenso possiamo scegliere come vivere.