Arthur Schopenhauer – Morte
Ogni separazione ci fa pregustare la morte; ogni riunione ci fa pregustare la risurrezione.
Ogni separazione ci fa pregustare la morte; ogni riunione ci fa pregustare la risurrezione.
Il tuo ricordo batte incessantemente nella mia anima.La tua mancanza mi fa oscillare sullo striminzito limite che c’è tra realtà e ricordo. Piango lacrime piene di speranza vana, il non vedere il tuo volto mi fa vagare senza meta in un mondo buio. Non riesco a credere di piangere per te, ridurre la tua vita ad un attimo, la morte, è approssimativo: ricordarti con angoscia per la sola emozione che si prova a ritrovarsi senza speranze in un attimo è vana cosa. Voglio ricordarti per quel tanto bene che mi hai dato, voglio cancellare la tristezza con un colpo d’anima, il tuo volto deve darmi ancora una volta il sorriso, una gioia che mi rimembra come tu continui anche nella tua assenza a portare luce ai miei giorni. Grazie di tutto nonno!
Rinnegare la morte significa non aver capito il significato della propria vita, desiderarla significa aver sbirciato troppo oltre.
La morte è uno stato di perfezione, il solo alla portata di un mortale.
L’avversione per la morte non è altro che il logico dispiacere di non poter più godere dell’infinite peculiarità che ci offre la vita.
Ricordare vuol dire farlo quando gli altri dimenticano!
In punto di morte non piangete, è l’ora della gioia.