Roberto Pozzi – Paradiso & Inferno
Troppi pensano di essere più furbi del diavolo finché non l’incontrano per davvero!
Troppi pensano di essere più furbi del diavolo finché non l’incontrano per davvero!
Sulla via per l’inferno c’è sempre un sacco di gente, ma è comunque una via che si percorre in solitudine.
Non ha senso venerare un aforisma senza considerare, e magari mai abbracciare, lo spirito che cerca di comunicare!
Una certezza della vita è la sua innata incertezza!
Eva ha permesso ad Adamo di mangiarsi il frutto per permettere poi al resto degli uomini di mangiarsi il fegato!
Quando siamo bambini l’inferno non è altro che il nome del diavolo sulla bocca dei nostri genitori. Poi questa nozione si complica, e allora ci rigiriamo nel letto nelle interminabili notti dell’adolescenza, cercando di spegnere le fiamme che ci bruciano, le fiamme dell’immaginazione. Più tardi, quando non ci guardiamo più allo specchio perché i nostri volti cominciano ad assomigliare a quello del diavolo, la nozione dell’inferno si trasforma in un piumone intellettuale e allora, per sottrarci a tanta angoscia, ci mettiamo a descriverlo. Giunti alla vecchiaia l’inferno è così alla portata di mano che l’accettiamo come un male necessario e lasciamo persino scorgere la nostra ansia di patirlo. Ancora più tardi, e adesso sì che siamo tra le sue fiamme, mentre bruciamo cominciamo a intuire che forse potremmo acclimatarci. Passati mille anni un diavolo ci chiede, con aria di circostanza, se soffriamo ancora; gli rispondiamo che l’abitudine ha una parte ben maggiore della sofferenza. Alla fine arriva il giorno in cui potremmo abbandonare l’inferno, ma rifiutiamo fermamente tale offerta. Chi rinuncia infatti a una cara abitudine?
Che senso ha inseguire un sogno quando fanno di tutto per distruggerlo? Si conta sempre sulla pazienza, ma la pazienza alla fine si esaurisce e resta il nulla! Non esiste nessun inferno perché lo stiamo già pagando qui e non ci sono sconti alcuni per nessuno.