Angela Cicolari – Paradiso & Inferno
Cristo, Cristo, perché mi perseguiti?
Cristo, Cristo, perché mi perseguiti?
Con la fortuna che ho, se vendessi l’anima al diavolo, usufruirebbe del diritto di recesso.
Chi soffre molto forse spera che di là ci sia il paradiso perché l’inferno l’ha già vissuto in questa vita,ma purtroppo l’inferno è sicuro,il paradiso molto incerto.
Tutto questo non sta succedendo perché Dio odia la colpa, ma perché odia l’innocenza volendo…
Non è lo scrittore che guida il destino con le sue parole, legandolo con le trame dei desideri. È anzi il destino, che conosce il principio e la fine, mediante strani echi lungo la strada, a guidare le parole dello scrittore, la cui unica vanità è quella di sopravvivere ad esso.
Qualsiasi spirito strappato per farne una maschera, sulla pelle di un altro diventa feticcio, veste bruciante, illusioni infernali, che cercano di trasformare la carne. Un cambiamento strutturale può avvenire tramite la materia ma anche attraverso lo spirito, che i morti rilasciano nel cosmo con la mensa, inglobandosi ad esso e mutandolo. Quando una variazione però agisce sulla base di un organismo, quale in pratica l’universo è, un programma organico, per apportare modifiche sostanziali, si ha un errore nelle stesse cellule, che cedono col tempo in queste direzioni improprie. Nemmeno le maledizioni di Dio o di qualsiasi angelo possono invertire il processo o farlo accadere solo a chi lo dice. La scienza è scienza e basta e non si presta a malefici. Sembra quindi che siano schiavi dei loro disegni i creatori senz’anima. Finito un universo, non resterà loro materia utilizzabile per ricrearlo, e finirebbero insieme ad esso. Spaventosa e preoccupante la cosa, se la morte comincia a seguire i suoi desideri o quelli di un altro. O chissà, magari è così da sempre.Onnipotente che vuole alterare la sostanza in cui esso stesso vive, convertire alla sua follia illusoria di eterno e nuovi mondi, sembra cieco nei suoi desideri, chiudendo un occhio ne ha chiuso uno di troppo. Non pensava a tali conseguenze, quando irato perché i suoi figli dovevano avere tutto, ha maledetto il bene che odia ed invidia, che pensava (a ragione) traditore della mensa di suo figlio. Forse era meglio, per la sua stessa sopravvivenza. Aggiungendolo ai suoi, alchimista spirituale, per farne dall’acqua macchine elette e perfette, immortali, ha ridotto loro drasticamente la vita, in una perfezione apparente, e condannato quella dell’intero universo, del mondo, dell’aldilà, delle dimensioni, al nulla irreparabile, per logorante doppiezza. Poiché diventato replicante di sé, divorandosi con lo splendore aggiunto. Adesso che crede di invertire le conseguenze, riscopre Cristo pazzo trasformista, che butta feroce le mani nella geenna, vedendo solo quello che gli comoda per un breve diletto. Vorrebbe che sia così un altro per salvare il vero angelo, amore di padre ferito, prendendo da altre parti, dagli abissi della morte, il bene e il destino che da solo non è in grado di essere. Feroce e perduto, presenza di mondi lontani, non sembra più avere la forza di un tempo, cercando di costruirla con simulacri di talenti e immortalità di raccapricciante candore, con chi ha ghermito per farne mensa per i suoi. Ogni combustibile finisce, per quanto sia abbondante. Nessun fuoco arde in eterno e l’acqua può diventare pericolo e morte. Quando arriverà quel giorno, il giorno della decadenza, creatori lontani e vite dei cosmi, cosa vedranno nello specchio, nelle acque profonde di loro stessi?
A volte un paradiso si rivela un inferno, e quello che pensiamo possa essere un inferno scopriamo essere un paradiso.A volte non vorremmo mai lasciare il limbo in cui ci troviamo perché non sappiamo cosa potremmo incontrare.A volte la vita ci sembra un lungo purgatorio dove scontiamo peccati che non ci pare di aver commesso.A volte penso che devo cambiare letture… troppa Divina Commedia.